Investimenti, 2023: ecco come muoversi secondo M&G

Nel 2022 i mercati azionari sono rimasti volatili e hanno registrato oscillazioni laterali, particolarmente sensibili ai flussi di notizie e influenzati da molteplici forze esogene.

“Per superare questa situazione, nei prossimi mesi avremo bisogno di una scossa positiva, che si tratti della conferma del raggiungimento del picco dell’inflazione, della cessazione del rialzo dei tassi da parte delle banche centrali, della risoluzione della guerra in Ucraina o di una recessione più lieve del previsto”. Ad affermarlo è Fabiana Fedeli, CIO Equities, Multi Asset and Sustainability di M&G Investments, che di seguito illustra nel dettaglio l’outlook per i prossimi mesi.

La luce alla fine del “tunnel dei rialzi dei tassi”

Per ora, l’inflazione resta il timore più grande degli investitori. I recenti dati sull’aumento dei prezzi negli Stati Uniti hanno mostrato i primi segnali di un picco dell’inflazione, tuttavia i tassi potrebbero rimanere elevati ancora per qualche tempo. Nel frattempo, non si vedono ancora segnali di un simile picco in altri mercati sviluppati, quali Europa e Regno Unito.

Iniziamo a intravedere la luce alla fine del “tunnel dei rialzi dei tassi”, con le banche centrali che probabilmente smetteranno di aumentare i tassi nella prima metà del 2023. Tuttavia, non vedo margine di manovra per una retorica meno aggressiva da parte delle banche centrali.

Probabilità di recessione

Da un lato la conferma che abbiamo superato il picco dell’inflazione favorirebbe un miglioramento del sentiment di mercato, dall’altro è probabile che i mercati inizino a spostare l’attenzione verso un’eventuale recessione e la sua portata.

Le aspettative di recessione sono relativamente elevate, soprattutto in Europa, dove l’energia alle stelle, l’inflazione ostinata e l’aumento dei costi di finanziamento potrebbero frenare l’attività. I mercati azionari, in generale, non amano le recessioni. Due dinamiche contrastanti agiranno contemporaneamente: l’aumento dei costi di finanziamento, dovuto al rialzo dei tassi, e l’impossibilità per le aziende di aumentare ulteriormente i propri prezzi in un contesto di recessione. Le società più deboli potrebbero avere quindi reali difficoltà di bilancio.

Un altro fattore che stiamo monitorando è il rischio geopolitico. Se la guerra in Ucraina si risolvesse con un accordo e l’abolizione delle sanzioni, probabilmente il sentiment degli investitori ne trarrebbe notevole impulso. Inoltre, è probabile che le tensioni tra Stati Uniti e Cina continuino e ci aspettiamo che la Cina reagisca alle limitazioni tecnologiche introdotte dagli Stati Uniti.

La selettività sarà fondamentale

Alla luce di queste dinamiche, quello attuale resta un mercato per investitori attivi e la selettività sarà fondamentale per individuare società con bilanci solidi e un forte potere di determinazione dei prezzi. La recente stagione degli utili ci ha mostrato che aziende dello stesso settore hanno generato utili molto diversi a seconda dell’esposizione, del controllo dei costi, del mix di prodotti e della qualità del management.

A livello di Paesi, stiamo individuando opportunità selezionate in tutti i mercati ma in Giappone, dove le riforme e le ristrutturazioni aziendali continuano a trarre impulso, riteniamo che vi siano ampie possibilità di cogliere opportunità specifiche sui titoli. Crediamo che anche la Cina offra opportunità interessanti: pur avendo registrato una tra le migliori performance del momento, le valutazioni sono ancora convenienti e i titoli sono scambiati a livelli di sofferenza che non riflettono i fondamentali sottostanti. Continuiamo poi a prediligere temi di più lungo periodo come le energie rinnovabili e le infrastrutture, in quanto le spese per investimenti in questi settori continueranno a crescere indipendentemente dalle condizioni di mercato.

L’investimento sostenibile è destinato a persistere

Dal punto di vista della sostenibilità, gli ultimi due anni sono stati difficili. La pandemia ha avuto un impatto significativo su aree di sviluppo come la sanità, l’istruzione e la povertà. Più di recente, la crisi energetica e l’intensificarsi della crisi del costo della vita hanno creato ulteriori ostacoli agli impegni di sostenibilità a breve termine. Alla luce delle turbolenze del mercato energetico causate dalla guerra in Ucraina, quest’anno molti investimenti allineati agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS) delle Nazioni Unite hanno sottoperformato i loro omologhi a elevata intensità di carbonio.

Nonostante queste sfide, credo che tra cinque anni non faremo più distinzione tra prodotti sostenibili e non. L’integrazione dei criteri di sostenibilità nel nostro modo di investire diventerà semplicemente la norma.

La guerra in Ucraina ha anche evidenziato la necessità di migliorare la sicurezza energetica e di diversificarne le fonti, ponendo al centro della scena le energie rinnovabili. Iniziative governative come REPowerEU in Europa e l’Inflation Reduction Act negli USA stanno indirizzando miliardi di dollari a sostegno della transizione energetica. Anche le imprese procedono con gli investimenti sostenibili. E dove c’è un flusso di capitali, è probabile che ci siano anche opportunità di investimento.

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