Investimenti e il sorpasso non fatto

L’incertezza attuale e futura che scaturisce dalla situazione macroeconomica attuale mi ha riportato alla mente uno splendido intervento di alcuni anni fa del Prof. , focalizzato sul concetto del sorpasso non fatto.

Era un evento focalizzato sulle metodologie quantitative e la storia raccontata la conservo vivida nella mia mente: “immaginate di essere in macchina in una strada di montagna, state tornando a casa e vi trovate davanti a voi una macchina che procede molto più lentamente.

Per terra ci sono due linee continue, che rappresentano un segnale quantitativo, un segnale che indica che non si possono fare i sorpassi. Il segnale è molto chiaro, non ci sono dubbi al riguardo, in quel punto non si sorpassa, è proprio vietato.

I segnali quantitativi sono come le strisce per terra nelle strade: tratteggiato, puoi superare, tratteggiato e linea continua, puoi superare solo da un lato, linea continua non puoi superare, doppia linea continua, ti ritirano la patente se sorpassi.

Ma questa macchina davanti a te va proprio piano, restando dietro di lei arrivi più tardi a casa di sicuro. D’altronde è evidente, se sei prudente “sottoperformi” per definizione.

Se tu sei prudente, ma c’è qualcuno che invece fa il sorpasso, lui arriva prima di te, Non c’è alcun dubbio su questo.

E quindi cosa fate?

Più avanti c’è una curva, non si vede bene, ma comunque sembra esserci abbastanza spazio, e poi la macchina davanti va veramente piano…

Cosa fate? Superate?

Avete due opzioni, o state dietro la macchina, prudentemente, seguite le regole e arrivate a casa in più tempo, ma con ogni probabilità arrivate a casa, oppure fate il sorpasso, vi prendete un rischio ma arrivate a casa molto prima.

Arrivate a casa soddisfatti di aver superato quel tipo fermo che procedeva come una lumaca.

Molto probabilmente vi va bene, arrivate a casa prima e siete contenti, ma proprio perché è andato tutto bene non percepite il rischio che avete corso.

Il rischio si può valutare e stimare solo ex-ante, quando siete incerti sul da farsi, ma poi se superate e va bene, il rischio percepito ex-post è pari a zero, perché è andato tutto bene e non avete fatto alcun incidente.

Questo è il nostro problema nei mercati finanziari, ex post il rischio non si vede, è andato tutto bene, l’S&P 500 è sempre salito negli ultimi duecento anni, dicono, continuerà a salire, dicono ignorando che ci sono indici come il Topix che da 30 anni è ancora sotto del 50% dai massimi.

Il rischio non si può valutare ex post, o almeno è veramente difficile soprattutto se siamo imbottiti dei nostri soliti Bias comportamentali.

Il fatto che siete arrivati a casa quella sera, vi garantisce che se fate un sorpasso azzardato 100 volte tornerete sempre a casa tutte e 100 le volte? Ovviamente no.

Il sorpasso fatto su un rettilineo bello lungo con la linea tratteggiata e buona visibilità ha probabilità di successo decisamente maggiori di un sorpasso fatto con scarsa visibilità e con le linee continue per terra.

Non serve che vi dica il danno collaterale che può venire fuori dallo sbagliare una volta sola, prima o poi, dal fare un sorpasso azzardato. Come non serve che vi dica cosa potrebbe succedere al vostro portafoglio se vi accanite a rimanere investiti sempre prendendovi dei rischi che non conoscete.

E semplicemente il fatto che finora è andato bene non è garanzia che continuerà anche in futuro.”

Da quando nel lontano 2011 il Prof. Bertelli ha fatto questo intervento, ho rafforzato in me la convinzione che una strategia quantitativa di Trend Following che riduce il rischio in certe fasi di mercato uscendo dall’azionario, sia molto superiore ad una strategia “spannometrica”, fatta di assunzioni basate più su emozioni che processi rigorosi.

Qui non mi rivolgo solo agli investitori fai da te, a i traders improvvisati che pensano di essere più furbi del mercato e investono basandosi sulle emozioni e sulla presunzione di diventare ricchi in poco tempo, mi rivolgo anche ai consulenti: “quanti di voi usano un approccio rigoroso e quantitativo e quanti nella realtà si affidano al loro buon senso, se va bene, se non alla loro presunzione di essere in grado di fare i portafogli dei propri clienti pensando di essere dei bravi automobilisti che possono superare anche dove ci sono le linee continue sull’asfalto che ci dovrebbero indurre a desistere?” (non serve che mi rispondete, ognuno faccia il proprio esame di coscienza).

Quanti di voi si rifugiano in portafogli iper-diversificati imbottiti di bond nella speranza di attenuare il rischio di uscire fuori strada alla prima curva pericolosa (alias perdita momentanea dei mercati)?

Ebbene si, la macchina che va piano, nell’esempio di prima, è proprio un bel portafoglio bilanciato pieno zeppo di bond (a rendimenti reali negativi nel 2022). Si può superare facilmente in rettilineo senza prendersi rischi inutili, alias quando i mercati lo permettono, non quando il rischio è elevato ed evidente (come nel 2022 e forse nel 2023)…

Per concludere il concetto, se fossimo in un circuito di formula 1, per fare un ottimo tempo, devi accelerare in rettilineo e frenare in prossimità di una curva, che sono rappresentativi di periodi di crescita dei mercati e periodi più incerti; chi sceglie una soluzione bilanciato sceglie di andare alla velocità di percorrenza della curva più lenta per evitare rischi, ma così facendo va piano anche in rettilineo.

La prudenza si può ottenere in due modi, andando sempre piano, oppure rispettando i segnali quantitativi e rispettando le regole di un processo di investimento quantitativo di trend following (abbiamo maturato 20 anni di track record che lo evidenziano chiaramente).

Io ero un pilota scavezzacollo da giovane, convinto di essere il più veloce di tutti, ora invece sono più prudente e seguo le regole, soprattutto negli investimenti (e non me ne vergogno).

Ciononostante non ho perso lo spirito competitivo di ottenere risultati migliori della media.

E voi? Siete prudenti o scavezzacollo?

A cura di Daniele Bernardi, amministratore delegato di Diaman Partners

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