Asset allocation: il Dragone torna sugli scudi

Dopo un anno particolarmente difficile per il mercato azionario cinese, con l’indice che lo rappresenta, MSCI China, che a ottobre evidenziava un calo del 55%, rispetto ai picchi di 18 mesi prima, nell’ultimo trimestre del 2022 la Cina ha gradualmente ricominciato ad attrarre l’attenzione degli investitori.

Tale rinnovato interesse ha permesso in poche settimane all’indice azionario cinese di recuperare circa il 30% di valore rispetto ai minimi di ottobre, data a cui peraltro risale il nostro procedente commento sulle potenzialità del mercato cinese.

Il ritorno dell’interesse degli investitori si deve alle decisioni del Governo cinese volte da un lato all’attenuazione delle misure di contrasto al Covid e, dall’altro, all’adozione di misure di contenimento della crisi del settore immobiliare in cui diversi osservatori stimano verranno iniettati oltre 180 miliardi di dollari di credito.

“Riteniamo che le novità in tali ambiti potrebbero porre le basi per la ripresa della crescita economica cinese che, secondo il consensus, potrebbe passare dal 3% circa registrata nel 2022 al 5% nel 2023, con un PIL in aumento sia per effetto delle misure descritte, che per un effetto base rispetto alla debolezza dell’economia nel 2022. La ripartenza dovrebbe essere trainata anche dai consumi che, alla luce delle riaperture post lockdown, potrebbero crescere nell’anno di circa il 10% e quindi a un ritmo decisamente maggiore rispetto a quello registrato nel 2022 (circa +3%). Se tale ripartenza dovesse concretizzarsi, la Cina potrebbe quindi diventare una forza anticiclica proprio mentre il resto del mondo cerca di evitare la recessione. In questo scenario il 2023 potrebbe rivelarsi, per i mercati, l’anno del Dragone“. Ad affermarlo è Marco Mencini, Senior Portfolio Manager Equity di Plenisfer Investments SGR, che di seguito illustra nel dettaglio la view.

Alla luce delle recenti dinamiche dei mercati, la domanda da porsi oggi è, quindi: è iniziato il rally dell’azionario cinese?

Le azioni cinesi, nonostante il recupero dell’ultimo trimestre del 2022, oggi esprimono mediamente multipli pari a 11 volte gli utili attesi, valori decisamente inferiori rispetto alla media degli ultimi 5 anni, pari a circa 14 volte gli utili.

Va ricordato che il ciclo di revisione al ribasso degli utili in Cina è iniziato prima rispetto al resto del mondo e che il margine operativo espresso da MSCI China è passato da valori pari a circa il 14% tra il 2019 e il 2021 al 10,8% nel 2022.

Anche i ricavi sono stati rivisti al ribasso nel 2022 a causa della bassa inflazione in Cina e del rallentamento dell’economia.

Riteniamo che la maggior parte delle revisioni al ribasso di ricavi e marginalità aziendali siano già incluse nei prezzi azionari di oggi e che, quindi, in uno scenario di ripartenza dell’economia, potremmo assistere a una crescita a doppia cifra degli utili, sostenuti dalla leva operativa.

In conclusione, in Plenisfer pensiamo che, alla luce della probabile ripartenza dell’economia e dell’attuale livello delle valutazioni, selezionando singole opportunità, la probabilità di ottenere dall’azionario cinese un rendimento positivo nei prossimi 12 mesi sia estremamente elevata.

Ampliando l’orizzonte temporale dell’investimento oltre i prossimi 12 mesi, e quindi ragionando a medio lungo termine, riteniamo sarà preferibile evitare temi connessi alla “prosperità comune” e alla “guerra commerciale tecnologica”, entrambi oggi rappresentati nell’MSCI China. Solo il 32% delle società rappresentate nell’indice sono slegate da tali temi e sarà tra queste che, a nostro avviso, dovranno essere selezionate singole opportunità legate a tematiche di lungo periodo quali, per esempio, la transizione energetica.

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