Asset allocation: ecco perchè puntare sui bond dei mercati emergenti

Negli ultimi mesi le prospettive economiche globali sono migliorate. Ora vi è una chiara evidenza di forze disinflazionistiche nella maggior parte dei principali mercati, il che dovrebbe consentire alla maggior parte delle banche centrali di rallentare il ritmo degli aumenti nei prossimi mesi e di iniziare a tagliare i tassi dopo una pausa di diversi mesi.

La disinflazione e la fine dei rialzi della Fed hanno anche posto fine al rafforzamento del dollaro nel 2022, il che è importante per il sentiment verso i mercati emergenti“. A farlo notare è Carlos de Sousa, Portfolio Manager di Vontobel, che di seguito spiega nei particolari la view.

Anche l’inversione di rotta della Cina sulle politiche di Covid-19 è arrivata prima ed è più definitiva del previsto. I dati preliminari suggeriscono che probabilmente assisteremo a una ripresa a forma di V, come è avvenuto nei Paesi sviluppati occidentali nel 2022.

Dopo il forte sell-off dello scorso anno, i rendimenti e gli spread dei mercati emergenti appaiono interessanti rispetto al resto dello spazio del reddito fisso: rendimenti iniziali più elevati hanno storicamente comportato rendimenti totali più elevati nel medio termine.

La ripresa delle obbligazioni dei mercati emergenti è stata piuttosto rapida negli ultimi tre mesi. Per contestualizzare, le obbligazioni sovrane dei mercati emergenti in valuta forte (EMBIGD) hanno recuperato il 14,9% in questo periodo, le obbligazioni societarie dei mercati emergenti il 10,8% e le obbligazioni in valuta locale dei mercati emergenti il 14,6%. Sono ancora lontani dal recuperare completamente le perdite del 2022 e i rendimenti sono ancora piuttosto interessanti, rispettivamente all’8,1%, al 5,6% e al 6,6%. Con il processo di disinflazione globale in corso, i rendimenti a medio termine dovrebbero diminuire ulteriormente, il che porterà ulteriori plusvalenze ai prezzi delle obbligazioni.

A nostro avviso, l’anno scorso le preoccupazioni per il rischio di default erano esagerate. L’anno scorso gli investitori si sono preoccupati di una potenziale ondata di default sovrani dei mercati emergenti perché i mercati dei capitali erano chiusi agli emittenti high yield. I paesi sovrani sarebbero stati costretti a fare default se non fossero stati in grado di rinnovare le scadenze del loro debito. La nostra controargomentazione era che la maggior parte dei mercati di frontiera non aveva bisogno di rifinanziarsi nel 2023 e poteva aspettare fino al 2024, quando le condizioni di finanziamento sarebbero state più favorevoli. Ciò è particolarmente vero per la maggior parte degli Stati sovrani dell’Africa subsahariana, che sono stati piuttosto proattivi nella gestione del debito. Era troppo pessimistico pensare che le condizioni di mercato non sarebbero migliorate nei prossimi due anni. Inoltre, con il rally registrato finora nei mercati emergenti, alcuni high yielder sono già riusciti ad accedere ai mercati dei capitali, creando così un circuito di feedback positivo: gli high yielder dei mercati emergenti iniziano a dimostrare di essere in grado di rifinanziarsi, quindi il rischio di insolvenza è più basso di quanto si pensasse in precedenza, portando più investitori alla classe di attivi e di conseguenza ulteriori performance.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!