Asset allocation: azioni, obbligazioni e relative correlazioni

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di Redazione 30 Gennaio 2023 | 16:01

È un paradosso che sui mercati non si vedeva da decenni. Due asset, azioni e obbligazioni, in teoria inversamente correlati (se il valore di uno sale quello dell’altro scende) nel 2022 sono affondati assieme. Di più: le azioni, in teoria le più volatili e rischiose, hanno sovraperformato i titoli di Stato in tutta Europa. A volte in maniera eclatante. Questo fenomeno potrebbe ripetersi quest’anno? Ecco di seguito la risposta di Alessandro Tentori, Chief Investment Officer di AXA IM Italia.

Solo fino a pochi mesi fa i mercati erano abituati a gestire il rischio attraverso il “filtro” delle banche centrali, che tra l’altro iniettavano nel sistema liquidità non necessaria. Oggi quel mondo non esiste più. E di conseguenza si stanno riprezzando i premi al rischio, sia sull’azionario che sull’obbligazionario. A questo si aggiunge l’inflazione, la “grande mietitrice” che livella il reddito disponibile in tutto il mondo, senza guardare in faccia a nessuno. E che costringe le banche centrali a una stretta monetaria eccezionale, riprezzando soprattutto il fixed income, da anni adagiato in un new normal di tassi sottozero (si era arrivati ad avere oltre il 20% delle obbligazioni mondiali con rendimenti negativi).

Il 2023 promette di essere ancora un anno di transizione, con mercati turbolenti. Le banche centrali restano molto determinate ribadendo in ogni occasione che la stretta continuerà fino a quando l’inflazione non verrà domata. Washington e Francoforte, del resto, sono sempre state chiare: tra l’instabilità dei prezzi e la disoccupazione, il male minore è la seconda.

Al rialzo dei tassi si aggiunge poi il tema della riduzione dei bilanci di Fed e Bce che potrebbe drenare altra liquidità. Un tema molto sentito soprattutto a Francoforte, fino a ieri la principale compratrice dei titoli di Stato dell’Eurozona ma che ora sta pianificando di ritirarsi. La scomparsa del prezioso sostegno della Banca Centrale Europea in fase di acquisto contribuirà a riprezzare i rendimenti dei titoli di Stato periferici, primi tra tutti quelli dell’Italia.

In un 2023 che promette ancora turbolenze l’attenzione dei mercati si concentrerà sull’entità e soprattutto sul timing della frenata economica: questa potrebbe infatti rappresentare il punto di svolta per la progressiva fine della transizione e l’approdo a un new normal (anche se molto diverso da quello dello scorso decennio). Ma quando sapremo se sarà recessione e di che portata?

Negli Usa un eventuale rallentamento diventerà palese solo nella seconda metà dell’anno, dalla fine del secondo trimestre. In Europa, invece, dagli indici di fiducia si scorgono già i segnali di una flessione del ciclo, che probabilmente diventerà palese nel primo trimestre di quest’anno.E nel 2024? Una volta passata la fase di transizione si tornerà a un mercato più stabile, con meno leva finanziaria. Questo potrebbe riportarci alla normale dinamica di crescita di equity e fixed income, con passi differenti.

I tassi però potrebbero restare alti a lungo, penalizzando alcuni settori dell’azionario anche se in realtà le Borse sono più sensibili alle brutte sorprese o alla velocità delle fasi di transizione, come si è verificato con questa stretta monetaria.

Come investire navigando sulle rapide

Qualche suggerimento sugli investimenti. Sull’azionario sono da privilegiare gli Stati Uniti e in generale titoli value come bancari, energia, beni di consumo di base e farmaceutici, mentre nel breve termine quelli tecnologici potrebbero continuare a soffrire la stretta.

Il fixed income se portato a scadenza rende molto più di un anno fa, ma ci vuole cautela fino a quando diversi indizi ci diranno che è cambiato il vento. Forse ha più senso scommettere sulle obbligazioni corporate con scadenze basse, intorno ai tre anni, preferendo quindi il rischio di credito rispetto alla duration (ovvero la durata media finanziaria di un’obbligazione: un’elevata duration si traduce in una grande sensibilità del prezzo al variare dei tassi).

In ogni caso una cosa è certa: in appena un anno, il mondo è completamente cambiato. Tassi negativi e fiumi di liquidità sono stati consegnati alla storia. Di conseguenza è indispensabile aggiustare il proprio portafoglio, se necessario con l’aiuto di un consulente professionale.

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