Asset allocation, bond: rendimenti più elevati sulle scadenze brevi

Giacomo Calef, Country manager di NS Partners

Nonostante l’anno appena passato, c’è un clima di ottimismo sugli investimenti nel mercato obbligazionario in questo 2023. Tale visione è conseguente a un approccio delle banche centrali che si annuncia per il 2023 meno aggressivo e tendenzialmente alla fine del ciclo dei rialzi dei tassi. I titoli di Stato delle maggiori economie offrono ottimi rendimenti, come mostrato nella seguente tabella.

Oggi i Treasury Usa a dieci anni (titolo di Stato considerato un asset sicuro), rendono il 3,5% rispetto all’1,5% di inizio 2022. I Bund tedeschi, altro riferimento chiave nel mercato obbligazionario, a inizio 2022 sono passati dall’avere rendimenti negativi all’offrire un rendimento di circa il 2.2% (con scadenza 10 anni). Anche i titoli di Stato italiani si dimostrano interessanti, con il Btp a 10 anni che rende il 4%.

Oltre alle lunghe scadenze, oggi risulta molto conveniente guardare anche alle brevi. L’aumento dei tassi di interesse e le condizioni monetarie più restrittive hanno portato all’appiattimento (e in alcuni Paesi, come Germania e Stati Uniti, all’inversione) delle curve dei rendimenti.

Ciò significa che gli investitori potrebbero assicurarsi rendimenti più elevati, in proporzione, con le brevi scadenze (il Treasury, il Bund e il Btp, a due anni, rendono rispettivamente il 4.70%, 2.58% e 3%) piuttosto che con le lunghe, riducendo allo stesso tempo l’esposizione al rischio di duration.

Secondo gli analisti anche i corporate bond sono destinati a ottenere risultati migliori (i bond emessi dalle società americane 1-5 anni rendono mediamente il 5%) nel 2023 poiché gli spread creditizi incorporano già un rallentamento dell’economia e i tassi di interesse a lungo termine dovrebbero iniziare a diminuire nella seconda metà dell’anno.  I guadagni per gli investitori sono dunque interessanti. La previsione è di prezzi dei bond in aumento, poiché se le banche centrali alzeranno il costo del denaro come previsto e con un ritmo più blando, i prezzi delle obbligazioni potranno salire, riducendo quindi i rendimenti.

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