Investimenti, Giappone: d’obbligo rafforzare la resilienza economica

La completa riapertura delle frontiere giapponesi è stata una benedizione per le imprese, in un momento in cui il Paese si confronta con la dura realtà della convivenza con il COVID. Tuttavia, con il mondo alle prese con il rallentamento della crescita e con preoccupazioni urgenti come i cambiamenti geopolitici, il ritorno alla normalità pre-COVID potrebbe richiedere diverso tempo.

In questo scenario, ecco di seguito la view di Anne Vandenabeele, economista di Capital Group.

Data la sua dipendenza dalle esportazioni, per il Giappone potrebbe essere difficile scongiurare una recessione in presenza di un rallentamento globale importante. Nel loro insieme, la debolezza economica della Cina, la persistente inflazione globale e i rialzi dei tassi di interesse negli Stati Uniti e in Europa potrebbero far rallentare l’attività reale (attività non finanziaria) del Giappone.

Un aspetto positivo è la riapertura delle frontiere ai viaggiatori stranieri nell’ottobre 2022. Tuttavia, gli elevati costi dell’energia e il rallentamento dell’attività economica potrebbero ostacolare la domanda globale di viaggi. Il previsto rilancio del turismo potrebbe comunque compensare l’impatto del deficit commerciale e fornire un sostegno marginale allo yen.

Il Giappone sarà probabilmente un beneficiario del cosiddetto friend-shoring (cioè lo spostamento della produzione verso paesi “amici”), soprattutto per i processi automatizzati e a ridotta intensità di manodopera, come la manifattura di precisione. La posizione di leadership del Paese nella tecnologia dell’automazione potrebbe registrare un rafforzamento in caso di incremento nel tempo della fornitura di queste tecnologie agli Stati Uniti e all’Europa.

Il Giappone registra un’evidente carenza di lavoratori, soprattutto nel terziario. Tuttavia, i salari non hanno subito un significativo incremento nonostante l’aumento del rapporto offerte di lavoro disponibili/candidati e le segnalazioni delle aziende che non dispongono di sufficiente manodopera. In generale, i salari sono lenti a reagire all’eccesso di offerta sul mercato del lavoro e all’inflazione. Di conseguenza, i salari reali sono scesi.

Nel breve periodo, la crescita dei salari dipenderà in buona sostanza dall’esito delle trattative salariali “Shunto” di marzo-aprile 2023 per i salari “regular“, nonché dall’andamento dell’attività economica e della domanda di salari “non regular”. Ci sono segnali promettenti di reflazione salariale, ma la tendenza potrebbe interrompersi in caso di recessione.

In sintesi, il mercato del lavoro è caratterizzato da un eccesso di offerta e la situazione potrebbe aggravarsi nel lungo periodo, portando anche a, miglioramenti della produttività e un aumento dei salari reali. Le continue pressioni demografiche potrebbero accelerare questi cambiamenti.

Anche in un contesto di rallentamento globale sincronizzato, il Giappone è ancora sede di molte società leader a livello mondiale in segmenti quali semiconduttori, manifattura di precisione e automazione. Significative opportunità si prospettano per le società che potrebbero beneficiare di tendenze di lungo termine, tra cui trasformazione digitale (DX), trasformazione ecologica (GX) e sviluppo della difesa. Da tempo nota per eccellere in termini di automazione, la tecnologia giapponese potrebbe diventare sempre più importante, dato che le aziende si trovano a ripensare i relativi processi produttivi.

Nel frattempo, la crescente attenzione del Giappone alla sicurezza nazionale ed economica è reale e avrà un impatto tangibile sul panorama degli investimenti. La possibilità di ulteriori aumenti della spesa per la difesa è elevata nei prossimi anni, anche finanziati da un incremento delle imposte sulle società. Altre implicazioni sono i vantaggi per le società nazionali e statunitensi operanti nel settore della difesa.

Rafforzare la sicurezza del Paese e mantenere l’equilibrio di potere in Asia è fondamentale per il Giappone. Sebbene la revisione costituzionale possa essere superflua, è probabile che i policymaker si concentrino sul bilancio della difesa, sul rafforzamento dell’alleanza USA-Giappone e sulla crescita di aiuti e investimenti pubblici e privati all’estero. Ci aspettiamo che la riorganizzazione della filiera assuma un ruolo strategico in questo ambito.

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