Asset allocation, reddito fisso: istruzioni d’uso per i prossimi mesi

Dopo un 2022 doloroso per il reddito fisso, con l’inizio del nuovo anno questa asset class vede il ritorno di un rendimento interessante, che era mancato per la maggior parte dell’ultimo decennio. Dopo aver toccato i minimi nel terzo trimestre dello scorso anno, i rendimenti sono stati forti, in quanto le attese di una più bassa inflazione hanno ridotto le aspettative sulla durata del ciclo di rialzo dei tassi e hanno dato maggior credito alla probabilità di un “atterraggio morbido”. Anche gli Excess Returns – i rendimenti attribuibili alle variazioni degli spread creditizi – hanno registrato rendimenti positivi negli ultimi 4 mesi.

Pertanto, il reddito fisso presenta oggi rendimenti in linea con le norme storiche e più competitivi se confrontati con i rendimenti dei dividendi del mercato azionario.

“Di conseguenza, offrendo rendimenti ragionevoli rispetto al rischio, riteniamo che questa asset class assuma valore per gli investitori che desiderano adottare un approccio equilibrato e diversificato agli investimenti”, afferma Ryan Staszewski, portfolio manager e gestore del fondo Threadneedle (Lux) European Strategic Bond di Columbia Threadneedle Investments, che di seguito illustra nel dettaglio la view.

L’importanza di una gestione attiva

Nel breve periodo, riteniamo che la traiettoria dell’inflazione continuerà a impattare le scelte di investimento e che le condizione macroeconomiche porteranno ad una grande dispersione dei rendimenti. In un simile scenario, siamo convinti che per il settore del credito un approccio attivo sia desiderabile, in quanto questa asset class offre notevoli opportunità di sovraperformance, date le sue dimensioni (il numero di emittenti), la sua natura relativamente poco liquida e il livello di inefficienza dei prezzi all’interno del mercato. Se, ad esempio, ipotizzassimo di entrare in una fase di recessione, tenderemmo a detenere in portafoglio una maggiore duration dei tassi d’interesse e obbligazioni societarie di alta qualità. Di contro, in presenza di una fase di espansione economica, potremmo avere una minore esposizione alla duration dei tassi d’interesse e detenere credito di qualità inferiore.

In Columbia Threadneedle, da gestore attivo siamo consapevoli che i diversi segmenti del mercato del reddito fisso hanno performance differenti a seconda della fase del ciclo economico e cerchiamo, di conseguenza, di massimizzare il reddito e i rendimenti allocando il comparto del mercato che offre le migliori opportunità corrette per il rischio. In particolare, la strategia del nostro fondo Threadneedle (Lux) European Strategic Bond si focalizza sul mercato del reddito fisso europeo, investendo in titoli di Stato, Investment Grade e High Yield, includendo anche una quota minoritaria (massimo 15%) di Mercati Emergenti. Il nostro approccio punta ad offrire ai clienti una soluzione “all-in-one” per il reddito fisso e si avvale di un team di gestione del portafoglio e di ricerca esperto e dotato di ottime risorse e, per questo, in grado di ottimizzare l’allocazione tra i differenti segmenti di questa asset class.

Rischio recessione e relativi impatti sul mercato del reddito fisso

In presenza di una recessione lieve, che rimane ad oggi il nostro scenario di base, e di un chiaro e strutturato percorso di crescita, tassi d’interesse più elevati per un periodo più lungo non implicano direttamente una debolezza degli utili societari o all’ampliamento degli spread creditizi. Infatti, anche qualora gli utili societari fossero più modesti, questo potrebbe non costituire una grande preoccupazione per la qualità del credito, soprattutto se si considera che i bilanci societari e bancari godono ad oggi di ottima salute. Tuttavia, qualora l’inflazione non dovesse rientrare, le Banche Centrali si vedrebbero costrette ad aumentare i tassi in modo più aggressivo e a mantenerli alti più a lungo. In questo caso, potremmo andare incontro ad una recessione più profonda e duratura, che avrebbe chiaramente un impatto negativo sugli spread creditizi. In un simile scenario, il rischio maggiore per l’inflazione sarebbe generato dalla rigidità del mercato del lavoro e da una conseguente possibile spirale inflattiva sui salari. Per navigare l’attuale contesto macroeconomico incerto, come Columbia Threadneedle adottiamo un approccio incentrato sulla selezione dei migliori e più solidi emittenti bottom-up, sui quali operiamo uno “stress-test” dei bilanci in caso di shock economici e recessioni.

Opportunità di investimento in Europa, USA e Mercati Emergenti

Al momento guardiamo con interesse l’investment grade europeo, che viene scambiato a buon mercato rispetto alle obbligazioni denominate in dollari. Inoltre, gli spread di credito IG sono ampiamente tornati in linea con le medie di lungo periodo, scambiando a livelli ragionevoli, e offrono ad oggi un’adeguata compensazione agli investitori sulla base della nostra ipotesi di base, secondo cui la traiettoria dell’inflazione è più bassa e qualsiasi potenziale recessione sarà lieve. Dall’altra parte, restiamo più cauti sull’High Yield, che in Europa ha effettivamente sovraperformato l’Investment Grade su una base corretta per il rischio nel 2022. Riteniamo, infatti, che l’High Yield sia più vulnerabile all’effetto dell’aumento dei tassi e di un contesto recessivo e, sebbene vi siano interessanti opportunità idiosincratiche all’interno dell’asset class, restiamo più prudenti.

Rispetto al mercato USA, siamo moderatamente costruttivi sulla duration, in particolare sulle valutazioni dei Treasury USA. Riteniamo, infatti, che gli Stati Uniti abbiano superato la fase di aumento dell’inflazione e che si possa raggiungere un atterraggio morbido, il che significa che siamo molto vicini alla fine del ciclo di rialzo. Siamo poi posizionati decisamente short sui titoli di Stato giapponesi, in quanto ci aspettiamo che questo “trade” offra pochi ribassi nel caso in cui prevalga lo status-quo, mentre offrirebbe un rialzo asimmetrico nel caso in cui la Banca del Giappone abbandoni la sua politica dovish, in linea con la maggior parte delle banche centrali dei mercati sviluppati.

Da ultimo, in una prospettiva di medio termine, gli spread dei mercati emergenti si posizionano nella media ma ci sono buoni motivi per essere ugualmente costruttivi su questa asset class.  La riapertura della Cina, infatti, dopo il prolungato blocco legato al Covid, dovrebbe favorire i mercati emergenti, soprattutto in un momento di potenziale calo della domanda globale. Per questo motivo, incorporiamo nella nostra strategia le migliori idee bottom-up all’interno dei Mercati Emergenti, sfruttando le numerose opportunità idiosincratiche esistenti, come parte di una soluzione diversificata a reddito fisso, per quanto tale esposizione si mantiene modesta (tra lo 0 e il 15% del nostro fondo).

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