Investimenti: la sindrome di Stoccolma

“Svezia e Regno Unito possono essere considerati come i “canarini nella miniera” in fatto di trasmissione della politica monetaria”. Ad affermarlo è Gilles Moëc, Group Chief Economist di AXA Investment Managers, che di seguito spiega nel dettaglio la view.

Nell’area dell’euro, i dati sull’inflazione di febbraio confermano la decisione del Consiglio direttivo circa l’intenzione di effettuare un altro rialzo di 50 punti percentuali il 16 marzo. Il rallentamento dell’attività economica, per ora, non ha ancora portato l’atteso impatto correttivo sull’andamento dei prezzi.

Continuiamo a pensare che l’inasprimento monetario abbia comunque iniziato a farsi strada nell’economia, anche se non ha ancora avuto un impatto visibile sulla domanda aggregata. I dati di gennaio hanno confermato il forte calo dell’impulso al credito. La relazione storica con il PIL è relativamente salda seppure con un ritardo di un trimestre; questo nonostante gli effetti di base della pandemia possano aver offuscato il quadro e le ampie riserve di liquidità possano ritardare la trasmissione alle decisioni delle imprese e dei consumatori.

Di norma, le falle si manifestano prima nei settori economici più sensibili ai tassi d’interesse. I recenti sviluppi in Svezia sono interessanti da questo punto di vista. La trasmissione dovrebbe essere rapida, data la predominanza dei mutui a tasso variabile e un mercato immobiliare estremamente sotto pressione prima dell’inizio della manovra restrittiva. Il PIL ha subito una significativa contrazione nel quarto trimestre (-0,9%) a causa del forte calo dei prezzi degli immobili. La Riksbank si trova di fronte a un dilemma. Se sospende l’aumento dei tassi, rischia di alimentare il deprezzamento della valuta e quindi l’inflazione importata. Accettare una recessione piuttosto profonda – e i rischi collaterali per la stabilità finanziaria – potrebbe essere l’unica strada percorribile. Il Regno Unito potrebbe essere il prossimo a cadere. I dati recenti non sono così negativi come in Svezia, ma la correzione del mercato immobiliare è iniziata.

Il Consiglio direttivo della BCE è visibilmente tentato da ulteriori misure severe anche oltre marzo, ma riteniamo che si stia facendo strada anche il rischio di uno scenario di “double dip”. La trasmissione può essere più lenta rispetto a Regno Unito o Svezia a causa delle caratteristiche strutturali dell’economia dell’area dell’euro – con il predominio di pratiche di prestito conservative e di mutui a tasso fisso in molti Stati membri – ma ciò non significa necessariamente che nel lungo termine l’impatto sarà minore.

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