Alla fine dello scorso anno il Governo cinese ha abbandonato la politica Zero Covid e quest’anno le energie in ambito economico sono concentrate sul supporto alla ripresa congiunturale tramite politiche di bilancio e monetarie espansive, così da favorire la riapertura del paese. Il processo di riapertura sarà difficile, ma i vertici del paese sono chiaramente decisi a raggiungere i propri obiettivi economici.
Malgrado il sostanzioso supporto politico, alla fine del 2022 la congiuntura è apparsa debole a causa dei bassi consumi interni, del calo della domanda internazionale e della disoccupazione persistentemente elevata. Tuttavia, ci sono segnali che il numero di casi abbia raggiunto il picco nelle grandi città e gli indicatori di mobilità siano migliorati. Si erogano più prestiti e nel 2023 i dati dei sondaggi sono tornati positivi tanto nel settore manifatturiero quanto nel terziario. Servizi ed edilizia hanno registrato una rapida ripresa grazie alla riapertura e al supporto della politica e dei progetti infrastrutturali. Grazie all’aumento degli ordini nazionali ed esteri, anche il settore manifatturiero ha messo a segno una ripresa.
“La riapertura della Cina rappresenta per l’economia mondiale uno shock positivo sul fronte della domanda e dell’offerta”, conclude Siviero. “Una ripresa sostenibile della Cina darà slancio alla domanda complessiva, attenuando gli effetti della debolezza della congiuntura globale. Questa ripresa contribuirà però a mantenere alta l’inflazione”.