Cosa è successo dallo scorso 19 marzo?
Il 19 marzo, tutti questi elementi, nonché lo stress vissuto dalla banca negli ultimi giorni, in particolare a seguito del fallimento delle banche regionali statunitensi, hanno portato la FINMA ad approvare l’acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS. L’operazione ha portato all’acquisto della banca per 0,76 franchi per azione, pari a un totale di 3 miliardi di franchi. Purtroppo, i detentori di AT1 sono stati duramente colpiti da questa decisione, in quanto il valore dei loro titoli è sceso a zero.
Ciò che sorprende e costituisce un precedente è il fallimento della gerarchia tra creditori e azionisti. A differenza degli azionisti, i titolari dei CoCos AT1 del Credit Suisse (15,8 miliardi di franchi) vedranno i loro titoli completamente azzerati. I CoCos T2 (1,5 miliardi di franchi) saranno risparmiati, così come le obbligazioni senior di HoldCo e OpCo.
Va osservato che gli strumenti AT1 con “svalutazione permanente” offrono ora una protezione minore rispetto alle note con “svalutazione temporanea” o con “conversione in azioni”.
Altre banche potrebbero essere a rischio?
Il recente fallimento di Credit Suisse non significa che altri istituti di credito siano a rischio. Le difficoltà di Credit Suisse erano specifiche e autoinflitte, e il crollo delle banche regionali statunitensi ne ha solo precipitato l’esito. Le banche europee, pur potendo risentire di un danno reputazionale derivante da questo caso, non hanno fondamentalmente nulla in comune con Credit Suisse. È importante, infatti, ricordare che le banche europee sono più solide grazie a:
- Regolamenti sempre più severi
- Riserve di capitale consistenti
- Elevati indici di liquidità
- Modelli di business stabili
Ciò nonostante, dobbiamo rimanere vigili sul potenziale impatto dell’attuale situazione sul mercato AT1, che potrebbe essere colpito da forced sellers a causa dei deflussi in questa classe di attivi e della disaffezione degli acquirenti occasionali per il segmento. Va inoltre sottolineato che il settore finanziario globale sta attraversando un periodo di turbolenza, con la scomparsa di quattro banche in meno di due settimane, il che richiede un’attenta valutazione sulla salute finanziaria dell’intero settore. In questo contesto, è fondamentale un forte sostegno da parte delle banche centrali e delle autorità di regolamentazione in caso di crisi di liquidità.
Conclusioni
Credit Suisse ha dovuto affrontare difficoltà iniziate diversi anni fa e peggiorate negli ultimi mesi, in particolare dopo il crollo della SVB, che ha accelerato la sua crisi di liquidità. Per evitare il fallimento del rischio di controparte, l’acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS è stata considerata la soluzione migliore per il sistema bancario europeo, in quanto andava ad eliminare l’anello sistemico più debole.
Tuttavia, questa crisi ci ricorda che ci sono ancora lezioni da imparare. Il settore bancario è cambiato in modo significativo dalla crisi finanziaria del 2008: le banche sono ora molto più liquide e capitalizzate di prima e le autorità di regolamentazione sono più reattive nei momenti di crisi. La pandemia di Covid-19 ne è stata una prova: i governi, le banche centrali e le autorità di regolamentazione hanno risposto in modo appropriato per sostenere il sistema bancario ed evitare una grave crisi economica. Le banche sono ora considerate una risposta a una crisi piuttosto che la causa di essa.
Ogni risoluzione bancaria è diversa e contempla sempre anche una decisione a livello politico non solo strettamente finanziaria (le banche tedesche hanno evitato il bail-in negli ultimi anni per HSH e NordLB, mentre il Monte dei Paschi è stato nazionalizzato e ricapitalizzato ancora una volta). Nel caso di Credit Suisse, è stata venduta con un piccolo recupero per gli azionisti, ma nessuno per i detentori di AT1.
Infine ribadiamo fortemente l’importanza di tenere sotto controllo il settore bancario ombra. In caso di crisi, anche gli asset illiquidi e non quotati, come il private equity e il private debt, possono avere un impatto negativo sul mercato. È quindi fondamentale tenere conto di questi asset nelle valutazioni del rischio e nelle misure di regolamentazione per mantenere la stabilità del settore.
A cura di Jérémie Boudinet, Head of Investment Grade Credit del La Française AM