Asset allocation, attenzione: la locomotiva Usa arranca sempre più

Ogni anno in questo periodo viene pubblicato l’Economic Report of the President ERP, a cura del Consiglio dei Consulenti Economici della Casa Bianca. Un gruppo di accademici nominati dal presidente (e quindi magari di parte), ma che hanno anche motivo di preoccuparsi della propria reputazione di competenza e indipendenza. Il rapporto include anche fatti e tendenze di medio e lungo termine dell’economia USA. E per il 2023 il rapporto si è concentrato in particolare sulla crescita economica.

Che cosa è emerso da quest’ultimo rapporto?

Gli accademici hanno suddiviso la crescita economica complessiva in tre parti: crescita della popolazione (che significa più lavoratori e consumatori), cambiamenti nella partecipazione alla forza lavoro (la quota della forza lavoro adulta che ha un lavoro o è alla ricerca di un lavoro) e produzione per lavoratore, che cambia in base ai miglioramenti del capitale umano (istruzione e competenze), capitale fisico disponibile per i lavoratori e produttività totale dei fattori, che è un linguaggio economico per i miglioramenti della produttività.

Allo scopo di esaminare le tendenze economiche di fondo di lungo periodo sono stati analizzati i dati dell’economia USA dal 1790 (historia magistra vitae).

Ecco che cosa ci dice la figura:

  • il rallentamento della crescita economica complessiva negli anni 2000 è evidente. Ma in un’ampia prospettiva storica, è anche evidente che gran parte di questo rallentamento è dovuto a un tasso più lento di crescita della popolazione (barre blu scuro più corte) e anche a un calo della partecipazione alla forza lavoro dovuto in parte all’invecchiamento e al pensionamento della generazione “baby boom” nata nei 15 anni circa dalla fine della seconda guerra mondiale (le barre azzurre in territorio negativo nel grafico). Almeno nell’ultimo decennio, la produzione per lavoratore non è aumentata a un ritmo particolarmente lento;
  • per i politologi e per coloro che sono interessati alla politica globale, conta la vastità dell’economia (l’altezza totale di queste sbarre). Ma per gli economisti, ciò che conta di più è un tenore di vita in graduale aumento per la persona media, che viene approssimativamente percepito nel tempo dall’aumento della produzione per lavoratore;
  • Gli anni ’70 dell’ottocento appaiono sul grafico come un’epoca di rapida crescita (confesso che mi è poco chiaro). Il rapporto sottolinea che gli anni ’70 dell’ottocento sono un periodo di espansione della ferrovia e del telegrafo, insieme a nuove invenzioni. Tuttavia, la datazione standard dei cicli economici statunitensi suggerisce che l’economia sia stata nella lunga depressione dall’ottobre 1873 al marzo 1879. Forse è stato solo un boom economico davvero straordinario nei primi anni dal 1870 all’indomani della guerra civile? Potrebbe essere;
  • dal punto di vista delle medie decennali, la Grande Depressione degli anni ’30 sembra meno grande, nel senso che la crescita complessiva durante il decennio degli anni ’30 è stata simile a quella degli anni ’10 e ’20. In parte, ciò è probabilmente dovuto al fatto che tendiamo a sottovalutare le molteplici profonde recessioni di questi primi decenni, comprese tre recessioni negli anni ’10 e altre tre negli anni ’20, oltre a sottovalutare come l’economia statunitense si riprese dalla Grande Depressione nella parte successiva degli anni Trenta (anche se con una recessione ulteriore nel 1937-38). Può sembrare strano che la partecipazione alla forza lavoro non diminuisca sensibilmente negli anni ’30, visti gli altissimi tassi di disoccupazione dell’epoca. Tuttavia, i disoccupati sono considerati partecipanti al mercato del lavoro: per essere al di fuori del tasso di partecipazione alla forza lavoro, è necessario infatti non cercare lavoro;
  • negli anni ’70 e ’80, si può vedere che una parte notevole della crescita economica complessiva è stata trainata dall’aumento della partecipazione alla forza lavoro, dovuto principalmente alla crescente partecipazione delle donne alla forza lavoro (retribuita).

Quali indicazioni possiamo trarre per il futuro?

Beh, guardando il grafico balza all’occhio come sia improbabile che il futuro della crescita economica degli Stati Uniti venga dalla crescita della popolazione. Quindi, dovrà essere generato da una maggiore produzione per lavoratore (da capire quanto occorrerà investire per aumentare la produttività del lavoro). L’economia USA ha avuto un’espansione di massa nell’istruzione delle scuole superiori dal 1910 al 1940 circa e un’espansione di massa dell’istruzione superiore dopo la seconda guerra mondiale, ma da allora nessuna espansione di massa dell’istruzione (e stiamo parlando degli anni 50).

Gli investimenti fatti fino ad ora sembrano corretti, ma molti analisti pensano che gran parte di questo sia da attribuire al valore economico della tecnologia dell’informazione e all’accesso a Internet. I guadagni di produttività sono quindi calcolati come il residuo di ciò che è rimasto, inspiegabile, da forze come la crescita della forza lavoro, il capitale umano e il capitale fisico.

In base a queste misure tuttavia, l’economia USA non sta andando particolarmente bene dall’inizio degli anni 2000.

A cura di Antonio Tognoli, responsabile macro analisi e comunicazione di Cfo Sim

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