Asset allocation: come posizionarsi di fronte all’eventualità di una recessione

Gianluca Ungari, Head of Portfolio Management di Vontobel, spiega di seguito come prepararsi posizionandosi al meglio contro la possibilità che una recessione colpisca i mercati.

La priorità per la Fed resta la lotta all’inflazione
L’ultima riunione della Fed ha confermato che la priorità rimane la lotta all’inflazione. L’aumento di 25 punti base ha chiarito ancora una volta quale sia la priorità. Sicuramente la situazione è stata complicata dalla tensione sul sistema bancario, anche se ben distinto su due attori specifici come la Silicon Valley Bank e la Signature Bank. Jerome Powell ha cambiato quelle che sono le linee guida. Da un lato, ha ribadito che la politica monetaria resterà restrittiva, ma ha aperto uno spiraglio sul rivederla qualora fosse necessario. Non vi saranno quindi aumenti dei tassi in modo continuativo, ma verranno effettuati anche in funzione delle notizie che giungeranno. Il presidente della Fed prende coscienza del fatto che esiste sicuramente un problema sulle banche regionali, le quali potrebbero creare una diminuzione del credito ed una conseguente riduzione del finanziamento dell’economia. Per il momento però la Fed resta impegnata alla lotta all’inflazione.

Bisogna impedire che l’inflazione torni a salire

È difficile prevedere quando le banche centrali considereranno la loro opera contro l’inflazione terminata ed i rialzi completati dato che le economie sono molto più resilienti di quello che ci si aspettasse. Nonostante i 475 punti base di tassi intrapresi dalla Fed, l’economia negli Stati Uniti sta rallentando ma non in maniera significativa. Il tasso di disoccupazione negli USA, per esempio, è del 3,4%, quindi non vi sono segnali di un rallentamento significativo, il che sarebbe il prezzo da pagare per poter vedere l’inflazione scendere in modo sostanziale.

Le banche centrali hanno l’obiettivo di ritorno dell’inflazione attorno al 2% nel 2024, ma è fondamentale che in questo percorso non si permetta che l’inflazione torni a salire. Questo è il rischio più significativo in questa fase e fa riferimento agli anni ‘70 e ‘80 quando vi era la necessità di avere una politica monetaria estremamente aggressiva.
Come costruire un portafoglio nella fase attuale
Abbiamo pagato ad alto prezzo il fatto che il reddito fisso sia nuovamente appetibile in quanto le performance negative nel 2022 su questa asset class hanno permesso ad oggi di avere dei rendimenti abbastanza significativi, sia sulla parte governativa che sui segmenti corporate e high yield. È chiaro che il mercato obbligazionario sia più preoccupato del possibile rallentamento economico, le curve, infatti, sono invertite: il rendimento a 2 anni è superiore di quello a 10 anni. Questo ci permette di costruire un portafoglio sulla componente breve della curva, quindi a scadenze brevi che hanno già dei rendimenti interessanti.

Per costruire dei portafogli efficienti, in questa fase di transizione, è importante continuare ad avere un portafoglio con un rating o una qualità creditizia ancora elevata, pertanto investment grade che deve essere la parte preponderante di un portafoglio obbligazionario. Questo perché non sappiamo se, ad un certo punto, le economie rallenteranno in modo sostanziale.

La buona notizia è che l’obbligazionario torna ad avere un rendimento interessante. Non dimentichiamoci che un anno e mezzo fa vi erano 19.000 miliardi di obbligazioni a rendimento negativo. Il premio al rischio sulla parte corporate è molto interessante, quindi a nostro avviso un portafoglio corporate, di buona qualità, sulle scadenze brevi è una scelta valida.

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