Sostenibilità e prodotti finanziari: l’impatto della regolamentazione

L’allocazione di capitale a lungo termine si concentra sempre più sul raggiungimento di rendimenti adeguati al rischio, oltre che sulla capacità di imprimere un impatto positivo. Questo cambiamento è dovuto a quattro fattori: un crescente consenso scientifico sui rischi biofisici a lungo termine, come il cambiamento climatico e la biodiversità; il mutamento del sentiment dei consumatori verso prodotti e servizi sostenibili; la competitività economica a lungo termine delle imprese e i rapidi cambiamenti nella regolamentazione e nella politica.
“Questo contesto normativo in rapida evoluzione influirà sulla ponderazione dei rischi e sulle modalità di creazione, commercializzazione e distribuzione dei prodotti. È inoltre di importanza primaria per i mercati finanziari, al fine di garantirne l’efficace funzionamento e proteggere i partecipanti e il mercato stesso dai rischi sistemici”. Ad affermarlo è Jon Duncan, Chief Impact Officer presso REYL Intesa Sanpaolo, che di seguito illustra nei particoli la view.

La sostenibilità tocca tutti questi obiettivi:

1. Stabilità del sistema: le autorità di regolamentazione e gli operatori del mercato riconoscono che il rischio legato al clima e alla biodiversità comporta a sua volta rischi esogeni significativi per la stabilità a lungo termine del mercato.
2. Protezione degli operatori di mercato: dato che negli ultimi anni la crescita dei prodotti ESG ha superato quella dei prodotti d’investimento tradizionali, le autorità di regolamentazione sono ora fortemente consapevoli dei maggiori rischi di greenwashing per gli investitori.
3. Efficienza del mercato: l’errato calcolo delle esternalità sociali e biofisiche è considerato come una delle principali inefficienze del mercato alla base dell’attuale crescita insostenibile.
Le autorità di regolamentazione si stanno muovendo per garantire che il livello di esposizione ai rischi esogeni dei sistemi biofisici sia ridotto, che i partecipanti al mercato abbiano un’adeguata conoscenza dei rischi di sostenibilità e che vi siano segnali di prezzo reali per le esternalità ambientali, in modo tale da assicurare l’efficienza del mercato.
Il ritmo del cambiamento varia in tutto il mondo. Sebbene l’Europa si sia mossa in anticipo, gli Stati Uniti hanno dimostrato l’intenzione di implementare la legislazione, anche se un movimento normativo anti-ESG sta guadagnando terreno in vista delle elezioni del 2024. In Asia, i governi stanno cercando di recuperare terreno nei confronti dei loro omologhi occidentali.

L’Europa fa da apripista

La Commissione europea intende passare a una crescita economica caratterizzata da basse emissioni di carbonio, un uso efficiente delle risorse e socialmente inclusiva. A tal fine, ha sviluppato una tassonomia dedicata alla green economy, definendo un quadro per le attività economiche in linea con sei risultati ambientali e tre obiettivi sociali. La tassonomia è considerata uno strumento potente per stimolare l’attività economica green, ma è oggetto di un acceso dibattito in un ambiente geopolitico in rapida evoluzione. Ad esempio, l’inclusione del nucleare e del gas come carburanti di transizione ha trovato opinioni discordanti.
Tuttavia, l’UE continua a compiere progressi in materia di allineamento politico ed è riuscita a raggiungere all’inizio del mese un accordo in merito ai regolamenti sui green bond. Lo standard europeo sui green bond (EUGBS) si rivolge alle imprese e agli enti pubblici che desiderano raccogliere fondi sui mercati dei capitali per finanziare i propri investimenti verdi. Almeno l’85% dei fondi raccolti dall’obbligazione deve essere destinato ad attività economiche in linea con il regolamento della tassonomia. Goldman Sachs e Bloomberg stimano che verranno emessi green bond per 600 miliardi di euro nel 2023, il che potrebbe potenzialmente portare il mercato a raggiungere oltre 2 mila miliardi di euro entro la fine dell’anno.

Implicazioni a lungo termine 

L’orientamento normativo implica una crescita economica a basso tenore di carbonio, socialmente inclusiva e che preveda un uso efficiente delle risorse. Tuttavia, la transizione verso un’economia ecosostenibile richiederà tempo, sarà probabilmente volatile e inciderà sui profili storici di rischio-rendimento in diversi settori, categorie di attivi e regioni. Ad esempio, prevediamo che le attività economiche allineate alla tassonomia potranno accedere a capitali e opportunità di crescita; l’International Energy Agency stima che gli investimenti in energia pulita aumenteranno oltre i 2 mila miliardi di dollari entro il 2030, con una crescita di oltre il 50% dal 2022 .
Dal punto di vista della performance prevediamo che la crescita degli indici focalizzati sulla sostenibilità orienterà una discussione più produttiva su rischi, rendimenti e impatto. Ci aspettiamo inoltre un’evoluzione delle strutture tariffarie legate al raggiungimento dei risultati in grado di avere un impatto.
Dal punto di vista del prodotto, l’accesso e l’elaborazioneai dati degli ESG e degli impatti favoriranno l’innovazione nell’ambito delle strategie di liquidità in grado di comprendere più temi di sostenibilità. Prevediamo l’innovazione nelle strategie di copertura del carbonio e approcci long/short mirati a vincitori e sconfitti della transizione all’economia verde.
Infine, come conseguenza dell’offerta di un’esposizione diretta alle opportunità di crescita verde da parte dei mercati privati, ci aspettiamo un aumento dei fondi in grado di fornire esposizione a questi temi. La crescita dei flussi di fondi verso le strategie a impatto dei mercati privati sarà potenziata da piattaforme capaci di offrire accesso digitale e operazioni di dimensioni inferiori, ma verrà anche ulteriormente sostenuta da un’innovazione nei prodotti finanziari misti con caratteristiche di de-risking e/o liquidità. Poiché lo slancio normativo favorisce la crescita nel settore dei prodotti a impatto, è importante riconoscere che non tutti gli investimenti green o impattanti offriranno rendimenti superiori. Gli investitori che vorranno trasferire i propri portafogli dovranno adottare un approccio prudente ed equilibrato  valutando i rischi e le opportunità associate alla transizione verso la green economy.

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