L’accelerazione di questo processo, infatti, non è affiancata da un eguale afflusso di nuova forza lavoro, e ciò contribuisce a rendere l’inflazione più vischiosa e il mercato del lavoro più rigido. A nostro avviso, gli effetti del cambiamento demografico sul mercato del lavoro – il cosiddetto “silver tsunami” (o tsunami grigio) – non possono essere sopravvalutati.
Nello specifico, la pandemia sembra aver provocato un importante cambio generazionale, e lo shock iniziale ha visto quasi 10 milioni di persone, di età pari o superiore ai 16 anni, abbandonare il mondo del lavoro, e solo la metà di queste ha ripreso a lavorare negli anni successivi. Questo calo ha coinvolto quasi esclusivamente la fascia d’età superiore ai 65 anni, mentre il gruppo compreso tra i 16 e i 64 anni ha in gran parte permesso di bilanciare i sette milioni di individui che avevano lasciato il mercato del lavoro durante il picco della pandemia. A prova di ciò, a dicembre del 2022, le persone inattive di età compresa tra i 16 e i 64 anni erano circa solo 300.000 in più rispetto al dato di dicembre 2019.
Questi risultati sono coerenti con la “carenza strutturale di manodopera” evidenziata da Jerome Powell nella conferenza stampa del dicembre 2022. Il Presidente della Fed ha citato “l’accelerazione dei pensionamenti” come la causa principale dell’attuale deficit di forza lavoro, per quanto anche la riduzione dell’immigrazione e la pandemia di Covid-19 abbiano svolto un ruolo importante.
A nostro parere, una forza lavoro più ridotta, oltre a contribuire all’aumento dell’inflazione salariale a breve termine, potrebbe anche rappresentare un freno alla futura crescita economica, a meno che non si verifichi un aumento della produttività o un ritorno dei flussi di immigrazione, due fenomeni che non rientrano nelle competenze della Fed.
Considerando che ogni giorno più o meno 10.000 individui compiranno 65 anni, bisognerà aspettare almeno il 2030 prima che il traguardo sia raggiunto da tutti. I cambiamenti demografici sopra descritti, quindi, non mostreranno segni di attenuazione fino alla fine di questo decennio, ma quando alla fine arriverà lo “tsunami grigio” dei Baby Boomers in pensione, la Federal Reserve dovrà affrontare nuove sfide per riportare l’inflazione verso l’obiettivo del 2%.