Asset allocation, azionario: la view di Generali Investments

La nostra posizione verso l’azionario rimane per ora di sottopeso, tuttavia non ampio poiché sia l’allocazione degli investitori, sia la volatilità dell’azionario rimangono contenuti“. Ad affermarlo è Michele Morganti, Senior Equity Strategist di Generali Investments, che di seguito spiega nei particolari il posizionamento.

Gli effetti ritardati dell’inasprimento monetario da parte delle banche centrali, insieme alla crisi nel segmento bancario, determineranno una crescita del PIL più contenuta, inducendo così una potenziale maggiore avversione al rischio.

Prevediamo rendimenti positivi limitati nei prossimi 12 mesi e rimaniamo in attesa di migliori livelli di acquisto una volta che l’inasprimento delle politiche, la crisi bancaria e il rallentamento economico saranno pienamente scontati.

Le valutazioni dell’indice S&P 500 segnalano possibili rendimenti negativi a breve termine, con rischi crescenti dovuti alla minore propensione al credito da parte delle banche e alle accresciute possibilità di rallentamento.

Le sorprese macro sono al culmine del ciclo e sia la liquidità (M2) che l’indice manifatturiero ISM sono già diminuiti visibilmente. Inoltre, i risparmi dei consumatori si stanno deteriorando, mentre i salari insieme alle scorte e al costo del servizio del debito sono in aumento. Il rimbalzo da livelli molto bassi del rapporto tra Indice dei Prezzi al Consumo (IPC) e il costo unitario del lavoro negli USA, un Dollaro più debole, insieme alla ripresa della Cina, rappresentano stabilizzatori degli utili USA per il futuro, ma le stime dei profitti degli analisti per il 2023-’24 rimangono ancora troppo elevate. Anche le valutazioni sono relativamente care (P/E rispetto al tasso reale decennale o verso spread creditizi), scontando così un’imminente accelerazione della crescita del PIL, la quale, però, non rientra nel nostro scenario di base. La discesa dei tassi intervenuta di recente è un elemento di supporto ma dubitiamo che ciò aiuterà le azioni nel breve termine.

A livello geografico, privilegiamo Cina, Regno Unito, Giappone ed Area Euro rispetto agli USA, anche se in misura ridotta.

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