Investimenti: l’outlook di Fidelity International per il secondo trimestre

Fidelity International evidenzia di seguito le tre tendenze che potrebbero dominare i mercati nel secondo trimestre del 2023.

Quella che abbiamo imparato a conoscere come la “policrisi”, una confluenza di fattori che, a nostro avviso, avrebbe potuto costringere le banche centrali a un eccessivo irrigidimento con conseguenti brusche recessioni, è entrata in una nuova fase. Le economie avevano iniziato l’anno con segnali di ripresa ma i continui rialzi dei tassi e l’ampia stretta monetaria stanno ora facendo sentire il loro peso. Se da un lato una recessione nei mercati dei Paesi sviluppati sembra essere l’esito più probabile nel 2023, la riapertura della Cina potrebbe dare un po’ di tregua ai mercati da Est a Ovest.

1. Hard versus soft landing

Con la crisi del settore bancario, a seguito dell’aumento dei tassi più rapido della storia, la recessione nei mercati sviluppati sembra essere l’esito più probabile. Andando avanti nel corso del 2023, un ulteriore inasprimento delle politiche monetarie potrebbe aumentare le possibilità di un atterraggio più duro.

Andrew McCaffery, CIO di Fidelity International commenta: “Di fronte a un’inflazione elevata persistente e a un mercato del lavoro solido, la Federal Reserve (Fed) ha finora seguito la rotta. Mantenere i tassi più alti più a lungo aumenterà la pressione sul sistema finanziario, con le crisi che iniziano già a manifestarsi. Non riteniamo, tuttavia, che le recenti crisi bancarie siano indicative di un ampio rischio sistemico all’interno del sistema. L’attuale sell-off è stato fortemente influenzato dal deterioramento del sentiment piuttosto che dai fondamentali. Molte banche sono molto meglio capitalizzate rispetto alla crisi del 2008, la qualità del credito e la liquidità sono più solide, i tassi d’interesse continuano a sostenere la redditività complessiva delle banche e le autorità di regolamentazione hanno gli strumenti per ripristinare la fiducia degli investitori. Tuttavia, l’incertezza potrebbe continuare nelle prossime settimane”.

“Lo scenario più probabile resta quello caratterizzato da nuove tensioni che si manifesteranno qualora non dovesse esserci un allentamento della politica monetaria e da una recessione ciclica su un orizzonte di 12 mesi, in cui la disoccupazione raggiungerà l’1-3%. Ma ci aspettiamo una recessione più grave qualora la Fed dovesse rimanere restrittiva per tutto il 2023″.

  1. Rischi e opportunità delle Società

Andrew McCaffery prosegue: “In questo contesto di rialzo prolungato dei tassi, i nostri team di investimento si concentrano sull’utilizzo delle loro capacità di ricerca bottom-up per identificare le società con profili più solidi. Cerchiamo settori e regioni con venti favorevoli strutturali e caratteristiche difensive, oltre a valutazioni interessanti, che presentino il miglior equilibrio tra rischio e rendimento”.

“Nel lungo periodo, i temi della sostenibilità, della demografia e del re-shoring/near-shoring continuano a offrire forti opportunità di sovraperformance”.

  1. Riapertura della Cina

Mentre molti mercati sviluppati sono alle prese con l’elevata inflazione, l’aumento dei tassi d’interesse e le potenziali recessioni, le prospettive per l’Asia sono più rosee e la riapertura della Cina gioca un ruolo fondamentale. La conclusione del Congresso del Partito Comunista nell’ottobre dello scorso anno ha portato a una nuova fase positiva di investimenti per il Paese, mentre le riunioni di partito di marzo hanno sottolineato il programma di crescita del governo. La riapertura dell’economia cinese, che stimola l’aumento dei consumi e che è sostenuta da impostazioni di politica fiscale e monetaria volte a generare una ripresa sostenibile, e il ciclo di riscontri positivi che porta a una rinnovata fiducia dei consumatori, dovrebbero stimolare un forte rimbalzo e offrire nuove opportunità agli investitori.

Andrew McCaffery sostiene: “Un segnale importante emerso dalla riunione dell’Assemblea Nazionale di inizio marzo è stata una maggiore enfasi sulla crescita economica di alta qualità, che richiede la ristrutturazione dell’economia da un modello prevalentemente orientato agli investimenti e alle esportazioni a un modello più equilibrato, che faccia affidamento sui consumi interni e sull’attività manifatturiera per sostenerli. Questo approccio si riflette nell’obiettivo di crescita annua misurata di circa il 5% fissato durante la riunione. È probabile che i decisori politici adottino ulteriori misure di stimolo per sostenere l’economia, ma con maggiore attenzione alla qualità piuttosto che al ritmo della ripresa”.

“Anche la spesa per i consumi in Cina ha mostrato segni di ripresa, grazie alla domanda bloccata dopo tre anni di restrizioni Covid. Una ripresa completa potrebbe non essere lontana. Tuttavia, la classe media cinese sta adottando un approccio cauto. Una ripresa sostenuta dipende dall’aumento delle aspettative di reddito dei consumatori, che devono sentirsi abbastanza sicuri da attingere ai risparmi accumulati durante la pandemia. La ripresa e il rilancio dei consumi sono in cima all’agenda del governo dalla fine della politica di zero-Covid e ci aspettiamo che il governo lanci ulteriori misure di sostegno”.

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