Investimenti: i quattro possibili scenari e i rischi di credit crunch

Secondo Carlo De Luca, responsabile asset management e Alessio Garzone, analista di Gamma Capital Markets, attualmente per il mercato azionario, gli scenari migliori sono quelli di:

  • Soft landing:
  • No landing (con inflazione in diminuzione)

Gli scenari peggiori sono quelli di:

  • Hard landing
  • No landing (con inflazione in rialzo)

L’ultimo scenario è quello peggiore, che vede la Fed costretta ad alzare i tassi di interesse ancora più in alto al fine di provocare una recessione che riduca l’inflazione. I multipli degli utili e delle valutazioni vedrebbero una significativa diminuzione e si potrebbe configurare un mercato ribassista.

Esaminando l’indicatore dell’attività dei prestito negli Stati Uniti,  che ci fornisce una prima indicazione dell’offerta e della domanda di prestiti, si può notare come quest’ultima sia crollata, mentre gli standard di credito si stanno inasprendo al punto che praticamente non c’è nuova offerta di credito per ampie fasce dell’economia.

«La domanda di prestiti è diminuita per il quinto periodo consecutivo poiché i banchieri nell’indagine di marzo hanno riportato un peggioramento dell’attività commerciale. I volumi dei prestiti sono diminuiti, trainati in gran parte da una forte contrazione dei prestiti al consumo…. Gli standard e le condizioni di credito hanno continuato a inasprirsi notevolmente e durante il periodo in esame sono stati osservati anche marcati aumenti dei prezzi dei prestiti. Le prospettive bancarie hanno continuato a peggiorare, con i contatti che prevedono una contrazione della domanda di prestiti e dell’attività commerciale e un aumento dei prestiti in sofferenza nei prossimi sei mesi. Alcuni contatti hanno citato come motivo di preoccupazione la diminuzione della fiducia dei consumatori a causa della recente instabilità finanziaria».

È chiaro che un rallentamento dei prestiti è un grosso problema per l’economia statunitense, dove il 70% della crescita proviene principalmente da spese finanziate dal credito. Ma è un problema ancora più grande per quelle piccole banche che sono state colpite in modo particolarmente duro durante la recente crisi bancaria: le banche con meno di $ 250 miliardi di attività sono responsabili di circa il 50% delle attività commerciali e prestiti industriali, il 60% dei prestiti immobiliari residenziali, l’80% dei prestiti immobiliari commerciali e il 45% dei prestiti al consumo. E con i segmenti chiave dell’economia bloccati dalle linee critiche di finanziamento, il PIL potrebbe risentirne e gli Stati Uniti potrebbero entrare in una spirale di recessione, proprio come ha ordinato la Fed “che combatte l’inflazione”.

Questo è proprio il fattore scatenante dietro la crisi bancaria, poiché la liquidità nelle piccole banche ha raggiunto il livello limite delle riserve che sia nel 2019 che ora ha causato sia una crisi bancaria che un intervento della Fed.

Nonostante fosse già prevista una riduzione dei finanziamenti e prestiti meno performanti, il contesto in cui avviene è quello di un rischio di solvibilità delle banche commerciali, legato all’importante esposizione agli immobili in generale e agli edifici per uffici. Il valore di questi ultimi, in effetti, secondo Green Street, è crollato del 25% negli ultimi 12 mesi, e tassi di interesse più elevati non faranno che aumentare il problema.

Il tema in questione potrebbe aver avuto il suo inizio già nel 2020 con lo scoppio della pandemia che ha costretto tutti a lavorare da casa e a intraprendere la nuova modalità di lavoro,lo smartworking. Il punto è che nel 2020 i tassi erano pari a zero mentre ora sono al 5% (previsto un altro aumento da 25 bsp a maggio). Se tre anni fa il costo di mantenimento degli immobili era gestibile, con i tassi attuali non è più fattibile. Molti proprietari di uffici stanno vedendo salire alle stelle i costi dei prestiti, costringendo alcuni proprietari come Columbia Property Trust di Pimco e Brookfield Corp. a non pagare i mutui.

Mentre la fase acuta della crisi bancaria (liquidità) potrebbe essere finita grazie al nuovo programma mirato di QE (BTFP) che potrebbe dover espandersi a $ 2 trilioni o più (ricordiamo – tra l’altro – in un contesto di QT e politica monetaria restrittiva), potrebbe adesso iniziare ad accelerare la tematica della solvibilità, che mette a rischio in particolar modo le banche di piccole dimensioni (maggiormente esposte e con minori riserve a disposizione) che, come si può vedere nel grafico sotto, ha comportato una riduzione repentina dei prestiti emessi.

Il problema potrebbe poi allentarsi solo quando la Fed inizierà a tagliare i tassi, attualmente stimato non prima di luglio 2023.

 

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!