Investimenti tematici: principali trend nel settore dell’istruzione

Una serie di trend secolari sta incentivando l’innovazione e la disruption all’interno dell’economia globale, creando quelle che, a nostro avviso, sono interessanti opportunità di investimento tematico. Esaminiamo in dettaglio alcuni di questi trend, la ricchezza delle opportunità e i rischi correlati”. A farlo notare sono Simon Henry, Portfolio Manager e Aaron Koh, Investment Strategy Analyst di Wellington Management, che di seguito illustrano nei particolari la view.

Ci concentriamo in particolar modo sul tema dell’istruzione, dove le riforme strutturali e la disruption porteranno a un decennio caratterizzato da investimenti e crescita senza precedenti, mai registrato a seguito del boom del secondo dopoguerra. Il concetto di istruzione comprende un ampio spettro di esperienze di apprendimento, che vanno dalle prime fasi iniziali della vita fino alla crescita in ambito professionale, che abbracciano tutte gli step dello sviluppo del capitale umano, ovvero il valore economico delle competenze e delle conoscenze di una persona.

Le nostre principali considerazioni comprendono:

  • L’aumento della popolazione spingerà al rialzo la domanda per servizi legati all’istruzione, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, dove il tasso di istruzione universitaria è storicamente più basso rispetto a quello dei paesi sviluppati1.
  • Il modo di lavorare sta cambiando: i progressi tecnologici impongono ai dipendenti di aggiornarsi. L’automazione renderà superflue alcune funzioni e i lavoratori interessati dovranno riqualificarsi completamente.
  • Il settore dell’istruzione sta anch’esso vivendo un rapido cambiamento, guidato dalla digitalizzazione e accelerato dalla pandemia. L’ascesa della didattica a distanza amplia l’accesso all’istruzione e crea opportunità per le aziende con caratteristiche disruptive.

Principali trend nel settore dell’istruzione

  • Crescita della popolazione – Si stima che nei prossimi 10 anni, la popolazione mondiale registrerà un incremento del 12%, per raggiungere gli 8,5 miliardi, con gran parte di tale crescita che sarà registrata nei paesi in via di sviluppo. L’istruzione è già in cima alla lista delle priorità dei governi, che in genere destinano la maggioranza degli investimenti all’apprendimento, che comprende, fra gli altri, le scuole e le università. Per stare al passo con la crescita della popolazione saranno necessari investimenti significativi.
  • Riteniamo che la concentrazione della crescita demografica nei mercati emergenti rappresenti un fattore chiave per l’istruzione universitaria e professionale. Nel 2020, oltre 600 milioni di studenti hanno completato la scuola secondaria, un aumento di quasi il 30% in 20 anni, con la più elevata percentuale di studenti risedente nei mercati emergeni.2 Attualmente, la quota di studenti che sceglie di intraprendere un percorso di studi universitario nei mercati emergenti è molto più bassa rispetto a quella dei mercati sviluppati (Figura 1). Tuttavia, a livello globale, conseguire un titolo di studio di un grado elevato è considerato un elemento fondamentale per la crescita economica e un trampolino di lancio per la mobilità sociale. In paesi come Cina, India e Brasile, le politiche di incentivazione dell’istruzione universitaria sono molto efficaci. Prevediamo quindi che questo trend continui, a vantaggio non solo delle università e degli altri istituti di istruzione superiore, ma anche delle imprese associate, come quelle attive nel settore del tutoraggio doposcuola, le società che forniscono prestiti agli studenti e i provider di alloggi studenteschi.

Un esempio emblematico: l’istruzione universitaria in Cina

Nonostante le notizie riportate dai giornali negli ultimi anni, un’università con sede in Cina è riuscita a far crescere in modo significativo il numero di studenti iscritti, beneficiando del maggior apporto delle politiche nazionali per favorire l’accesso all’istruzione universitaria, accompagnato da obiettivi in termini di occupabilità, grazie ai quali l’università mira a incrementare sempre più le percentuali di suoi laureati all’interno del mondo del lavoro.

L’esempio appena riportato è da considerarsi esclusivamente solo a scopo illustrativo e non è da intendersi come una raccomandazione di investimento.

Il panorama del mercato del lavoro sta cambiando — I significativi sviluppi della società, la transizione energetica, l’ascesa della digital economy e l’aumento della domanda di servizi pubblici stanno rivoluzionando la natura del mercato del lavoro. Per stare al passo con questi cambiamenti sono necessari reskilling e upskilling continui. Dal 2015, le competenze richieste dai datori di lavoro hanno subito una variazione del 25%, percentuale che dovrebbe raggiungere il 50% entro il 20253. Nel mondo sviluppato, l’invecchiamento della popolazione comporterà una riduzione della forza lavoro, incentivando le aziende ad implementare le iniziative di aggiornamento dei dipendenti esistenti. Tra gli altri incentivi annoveriamo anche il fatto che l’assunzione di talenti dall’esterno costa molto di più che formare i dipendenti esistenti. Riteniamo che tutti questi aspetti creino un mercato interessante in termini di formazione aziendale e per la crescita professionale.

La tecnologia sta inoltre favorendo progressi nell’automazione che permetteranno ad alcune task lavorative, come ad esempio l’elaborazione dei dati, di essere svolte in tutto o in parte da computer o macchine. Prevediamo che l’adozione dell’IA sarà rapida e avrà un impatto trasformativo su tutti i lavori, considerando il suo potenziale impatto sui lavori non di routine, sia sui ruoli altamente qualificati sia su quelli meno. Il World Economic Forum (WEF) ha inserito nel suo Future of Jobs Report 2020 la previsione dei dirigenti senior, secondo cui, entro il 2025, il capitale umano e macchine divideranno equamente la percentuale di tempo dedicata alle attuali attività lavorative.

Complessivamente, il WEF stima che entro il 2030 avremo bisogno di riqualificare un miliardo di lavoratori. Le politiche incentrate sulla crescita della forza lavoro e il numero sempre maggiore di aziende e governi che destinano fondi alla riqualificazione dei dipendenti testimoniano una crescente consapevolezza del problema.

Il potenziale disruptive del settore “EdTech” – La tecnologia sta cambiando anche il settore dell’istruzione, una trasformazione che è stata accelerata dalla pandemia, in quanto le scuole e le università sono state costrette a condurre il più grande esperimento di didattica a distanza mai visto prima. Questo ha determinato nuovi business model, il consolidamento dei mercati e gli sforzi dei governi per costruire sistemi scolastici più efficaci, agili e resilienti.

Stimiamo un aumento dei modelli didattici misti, suddivisi tra esperienze in presenza e online, e l’adozione di nuovi strumenti digitali. Prevediamo anche un frazionamento della laurea tradizionale, fattore che consentirà a un numero più ampio di studenti di accedere all’esperienza universitaria, sia in presenza che online. A nostro avviso questo trend si sta espandendo al lato informale dell’apprendimento, dove i nuovi modelli di erogazione e le risorse online dovrebbero stimolare un maggiore interesse per l’apprendimento autogestito, come il tutoraggio nel doposcuola o l’istruzione per gli adulti. Queste esperienze di apprendimento saranno favorite da aziende che offrono piattaforme e contenuti di tipo educational dedicati.

Un esempio significativo: software didattico basato sul cloud negli Usa

Una società statunitense che si occupa di software cloud per la scuola primaria e secondaria offre sistemi informatici per studenti, per l’iscrizione, strumenti di comunicazione scolastica e altri servizi integrati. L’azienda detiene una solida posizione di mercato e le sue soluzioni coinvolgono il 75% degli studenti statunitensi.

Opportunità e rischi dell’investimento

Riteniamo che questi trend possano favorire un’ampia gamma di aziende e settori, tra cui:

  • Aziende che offrono soluzioni e supporto ai bambini che sono impegnati a scuola full-time, come ad esempio il tutoraggio nel doposcuola, i provider di materiale educativo e le aziende che offrono servizi di assistenza e apprendimento per i primi anni di vita dei bambini.
  • Aziende che sfruttano la forza dirompente dell’EdTech per sviluppare corsi online, piattaforme di formazione, sistemi di gestione e università online.
  • Fornitori di istruzione università e professionale, oltre ad aziende che beneficiano della crescita in questi settori, come gli erogatori di finanziamenti per studenti e i gestori di alloggi studenteschi.
  • Aziende che rispondono alla necessità di reskilling e upskilling della forza lavoro, come i provider di stage, corsi di formazione e sviluppo aziendale o corsi di formazione per adulti.

Come per qualsiasi tema d’investimento, le nostre previsioni sono soggette a rischi, quali l’inadeguatezza della governance all’interno del settore EdTech o il rischio di una stretta governativa sulla redditività dei fornitori di apprendimento, considerato che l’istruzione è un servizio pubblico. Tuttavia, riteniamo che le opportunità offerte da tale settore, lungo l’intera catena del valore del capitale umano, siano notevoli e che gli investitori orientati sul lungo periodo possano beneficiare della disruption e dei cambiamenti strutturali che si prevede trasformeranno il settore.

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