Asset allocation, attenzione: i Treasury non sono più un bene rifugio come in passato

“I Treasury sono stati a lungo considerati uno dei principali asset rifugio. In generale è ancora così, ma non bisogna ignorare che il rischio di default sta portando i mercati a rivalutare la superiorità dei Treasury come bene rifugio“. Ad affermarlo è Michael Contopoulos di Richard Bernstein Advisors (società di iM Global Partner), che di seguito spiega le ragioni.

Dopo il declassamento del debito USA da parte di Standard & Poors nel 2011, i mercati hanno infatti riprezzato i titoli governativi USA, e rispetto ai Bund il costo del debito per il governo statunitense è stato costantemente tra i 100 e i 200 punti base più alto di quanto fosse prima del declassamento.

In altre parole, il rendimento del decennale ha incorporato un premio di rischio consistente rispetto ai Bund tedeschi. Dato che tutto il debito USA è valutato in base ai rendimenti dei Treasury, il declassamento ha comportato un premio per il rischio maggiore anche nel debito corporate, municipale e ipotecario, e un aumento dei costi degli interessi.

Non bisogna sottovalutare il potenziale danno di un crescente risk premium, nonostante i tassi di interesse siano generalmente più bassi. I tassi statunitensi sono effettivamente scesi, in termini assoluti, a causa dell’indebolimento dell’economia.  Tuttavia, in termini relativi gli Stati Uniti hanno comunque registrato tassi più elevati che, in ultima analisi, hanno compromesso la competitività americana.

Lo spread dei credit default swap a un anno del governo USA (cioè l’assicurazione contro l’insolvenza nell’anno successivo) è ora più alto di quanto non fosse quando il debito USA è stato declassato nel 2011, il che suggerisce che i mercati ritengono che il rischio di insolvenza sia più alto rispetto ad allora.

Nonostante tutta l’attenzione sia attualmente rivolta ai problemi del settore finanziario, gli spread dei CDS suggeriscono che oggi un default degli Stati Uniti è più probabile rispetto alle obbligazioni senior investment grade emesse dalle società finanziarie.

L’idea che il quasi default del 2011 fosse un evento di poco conto si è rivelata totalmente sbagliata.  Certo, i costi di finanziamento sarebbero stati molto più alti se si fosse verificato un prolungato default del governo, ma l’economia statunitense ha comunque pagato costi di interesse più elevati e ha registrato una crescita più lenta a causa di quanto successo nel 2011.

Gli investitori devono tenere presente che un altro quasi-default o un default vero e proprio potrebbe comportare un significativo aumento secolare dei costi relativi degli interessi USA, e un rallentamento della loro competitività.

Certo, come copertura contro i titoli azionari più sensibili all’economia, e viste le difficoltà strutturali nel detenere i Bund, continuiamo a sovrappesare i Treasury a lungo termine, perché crediamo che la crescita nominale degli Stati Uniti rallenterà nel tempo. Tuttavia, a nostro parere i Treasury non sono più lo stesso bene rifugio come prima del declassamento del debito USA del 2011.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!