Investimenti, attenzione: “La Bce è troppo ottimista sull’inflazione”

Probabilmente la Bce effettuerà un nuovo rialzo dei tassi di interesse di 50 punti base. Prevediamo però che serviranno altri interventi, perché le previsioni sull’inflazione a nostro parere sono sottodimensionate: per il 2024 ci aspettiamo un valore del 4% o superiore”. È la view di Volker Schmidt, Senior Portfolio Manager di Ethenea Independent Investors.

Quale sarà la scelta, imminente, della Bce sui tassi di interesse appare questa volta meno chiaro rispetto alle precedenti riunioni. La banca centrale vuole ancorare le proprie decisioni sui tassi ai dati sull’inflazione e ai dati economici più recenti. L’ultima decisione, a marzo 2023, era arrivata solo pochi giorni dopo il fallimento della Silicon Valley Bank, mentre il Credit Suisse vacillava e sarebbe stato venduto a Ubs solo pochi giorni dopo. Oggi possiamo dire che l’impatto sull’economia dell’Eurozona è stato trascurabile. Il settore dei servizi è in fermento, come hanno confermato gli indicatori sul sentiment pubblicati di recente (Purchasing Managers’ Index – PMI). Nel comparto industriale la situazione è più diversificata, ma anche in questo caso gli ordini sono in ripresa. La situazione economica è in fin dei conti solida e non c’è motivo per la Bce di essere cauta. Mentre l’inflazione è ancora troppo alta, anche se in leggero calo.

Con la precedente decisione sui tassi di interesse, la Bce ha anche pubblicato le sue previsioni sull’inflazione, riviste al ribasso rispetto a dicembre: un tasso medio d’inflazione del 5,3% nel 2023 e del 2,9% nel 2024. Nel breve termine, contribuiranno a questo risultato il calo dei prezzi dell’energia e la normalizzazione delle catene di approvvigionamento. Un dato chiave in questo senso è stato il crollo dei prezzi regolamentati dell’elettricità in Italia, con un impressionante -55% in aprile. Ma ciò dimostra anche che il tasso d’inflazione generale impedisce di vedere con chiarezza la tendenza di fondo.

L’inflazione di fondo, escludendo le componenti volatili dell’energia e dei beni alimnentari, continua a salire e si avvicina al 6%. Il che dovrebbe rappresentare un chiaro segnale per la Bce che la lotta all’inflazione è tutt’altro che vinta. “A nostro parere, un ulteriore aumento dei tassi di interesse di 50 punti base sarebbe il modo migliore per portare il tasso di deposito dall’attuale 3% al 3,5% e poi almeno al 4% entro la pausa estiva”, sostiene Schmidt. “Alla fine, l’inflazione di fondo e l’inflazione complessiva convergeranno entro il 2024, ma ci aspettiamo che il valore sarà attorno al 4%, se non superiore, quindi ben al di sopra delle previsioni della Bce, che sarà quindi chiamata a prendere ancora decisioni scomode sui tassi”.

 

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