Asset allocation e la “forma” della prossima recessione

“In questo momento il mercato crede in una recessione “get and forgot”, elemento che, tuttavia, non è scontato, soprattutto nei settori legati al tech e ai semiconduttori, dove gli utili stanno correggendo”. L’avvertimento arriva da Jacques-Aurélien Marcireau, Co-Head of Equities di Edmond de Rothschild AM, che di seguito spiega nei particolari la view.

Si prevede che quest’ultimo picco sarà superato nel giro dei prossimi due anni, aspetto che suggerisce una pronunciata ripresa, la classica a forma di V. Non si tratta di un’impresa da poco se si considera l’altezza del picco precedente, innescato dalla pandemia. In realtà quanto sta accadendo nell’area dei semiconduttori potrebbe essere applicato ad una fetta più ampia del mercato azionario. Pertanto, la crescente preoccupazione è che la reazione del mercato possa essere più severa del previsto, quando gli investitori si renderanno conto di dover adottare un approccio più prudente. La cosa strana che sta accadendo attualmente è che i settori e le aziende che non registrano numeri in calo vengono sanzionati, in quanto “la recessione deve ancora arrivare”: meglio registrare numeri negativi in qualche misura piuttosto che aspettare…

Una tipica recessione è innescata da uno shock, un aggiustamento brutale, che porta a un sottoconsumo e a un sottoinvestimento, che una volta esaurito genera la necessità di un ciclo di rifornimento. Nella situazione attuale, non c’è nulla di simile a quanto appena descritto: al contrario, le famiglie e le imprese sono state avvertite della recessione per più di un anno e hanno gradualmente aggiustato la spesa e gli investimenti in modo morbido e forse più lineare. di conseguenza, le imprese e le famiglie non devono rifornirsi o reinvestire in modo così massiccio come in un ciclo classico, creando quindi una ripresa più modesta e poco profonda.

In primo luogo, le aspettative di utili per il 2023 sono state finora riviste al ribasso solo in misura molto contenuta rispetto ai massimi – ovvero il 4,4% in meno su base annua per l’S&P500. In secondo luogo, mentre gli investitori “umani” potrebbero essere pronti a sopportare revisioni al ribasso dei numeri legate alla recessione, come se la caveranno gli algoritmi e i CTA (commodity trading advisor)? In terzo luogo, molti investitori non sono stati in grado di ridurre il rischio di alcune asset class, data la loro natura illiquida, e a volte hanno addirittura raddoppiato il capitale per sostenere le linee di credito o le partecipazioni esistenti.

Le valutazioni dei mercati azionari mostrano una storia interessante: sembra che questa volta il mercato abbia tagliato i propri componenti in modo diverso. Non si tratta di un dibattito su “settori ciclici contro settori difensivi”, poiché quest’anno molti titoli hanno sottoperformato in entrambi gli ambiti. Questa volta si tratta piuttosto di “qualità”, “liquidità” e “bilanci” che superano in modo significativo il resto, il che significa che il mercato sta premiando le aziende (come Microsoft e Apple) che saranno sicuramente presenti domani e dopodomani. Pochi mettono in dubbio le loro valutazioni o le prospettive di utile. Eppure dovrebbero farlo.

Pertanto, siamo piuttosto entusiasti del potenziale di stock picking e di creazione di alfa attenendoci a ciò che conta nel lungo termine: le valutazioni e la crescita. gli investitori value e growth sono spesso messi l’uno contro l’altro, questa volta potrebbero allearsi contro un male maggiore: la ricerca di qualità a tutti i costi.

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