Investimenti, tecnologie verdi: come sfruttare al meglio la corsa

Nonostante gli impegni ad annullare le emissioni nette di anidride carbonica entro il 2050 e l’ormai conclamata emergenza climatica, la guerra in Ucraina ha cambiato rapidamente le priorità energetiche di breve termine: gli Stati europei hanno per la maggior parte ridotto gli scambi con la Russia e si sono trovati obbligati ad anteporre la sicurezza energetica agli obiettivi di riduzione delle emissioni.

Purtroppo ci sono stati dei veri e propri passi indietro da un punto di vista ambientale, come per esempio l’utilizzo del petrolio e, perfino, del carbone al posto del gas nella produzione di elettricità. Ancora, si è reso necessario attrezzarsi per utilizzare gas liquido trasportato attraverso l’oceano. Oltre a dover fare i conti con i cambiamenti climatici e recuperare il tempo perduto sulla riduzione delle emissioni, non avendo sufficienti risorse in casa, per l’Europa la strada verso l’indipendenza energetica passa forzatamente dalle energie rinnovabili, dall’efficienza e dall’economia circolare.

Gli Stati Uniti non hanno problemi da questo punto di vista perché sono sostanzialmente indipendenti, tuttavia tra le iniziative approvate dagli Stati Uniti nell’Inflation Reduction Act (IRA) sono inclusi ingenti investimenti proprio nelle energie rinnovabili, nei veicoli elettrici e nell’efficienza energetica.

Il programma metterà a disposizione investimenti per 390 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni come volano per gli investimenti privati in soluzioni energetiche pulite. Il piano stabilisce un’agenda climatica che mira a ridurre le emissioni di gas a effetto serra degli USA tra il 50% e il 52% rispetto ai livelli del 2005.

Si articola in una serie di sovvenzioni e prestiti nonché incentivi fiscali per le energie rinnovabili che intendono promuovere l’aggiunta di nuove capacità eoliche e fotovoltaiche. L’IRA modifica i precedenti piani del programma «Build Back Better» che avevano promosso lo sviluppo delle energie rinnovabili negli Stati Uniti e avvantaggia anche i fornitori europei di tecnologie energetiche rinnovabili che investono nel Paese. Quest’ultimo punto è fondamentale, perché potrebbe dirottare oltreoceano gli investimenti europei.

L’Unione europea (UE) ha reagito con un proprio piano, chiamato «EU Green Deal Industrial Plan (GDIP)», che punta ad accelerare gli investimenti in tecnologie verdi. Il piano vuole stimolare ulteriormente gli investimenti nell’industria a zero emissioni e può essere visto anche come una risposta all’IRA statunitense. Oltre a questo, il GDIP è motivato anche dalle minacce legate alle pratiche concorrenziali di altri grandi blocchi economici, come ad esempio la Cina, giudicate una minaccia dalla Commissione europea.

L’obiettivo del GDIP è quindi di assicurare parità di condizioni concorrenziali e accelerare la diffusione delle tecnologie verdi nell’intera Unione europea. Se il piano dell’UE centrerà il bersaglio, aiuterà a elettrificare il sistema europeo dei trasporti e in una certa misura a riportare in Europa una porzione maggiore delle catene di fornitura per l’intera gamma di tecnologie ed energie pulite, avviando nei fatti un processo di reindustrializzazione per la produzione di energia pulita. Tra i pilastri principali del piano figurano la migliore regolamentazione e le autorizzazioni più rapide, nonché l’accelerazione dell’accesso alle risorse finanziarie.

Per quanto l’ammontare complessivo non sia ancora del tutto chiaro, stimiamo che il fondo nella sua interezza potrebbe nominalmente raggiungere i 350 miliardi di euro. Tuttavia, il GDIP non prevede nuovi finanziamenti comunitari, ma riunisce semplicemente le risorse non ancora stanziate di programmi o istituzioni esistenti. Per poter contrastare le altre superpotenze potrebbero occorrere nuove risorse e una maggior coordinazione.

Per abbattere le emissioni saranno necessari nuovi avanzamenti tecnologici oltre a cambiamenti infrastrutturali nei trasporti.

Alla luce dell’enorme volume di finanziamenti iniziali e sovvenzioni, nei prossimi anni si dovrebbe registrare un’aggiunta di capacità energetiche rinnovabili ancora più rapida di quanto già previsto. Riteniamo che imprese selezionate nel settore delle tecnologie verdi offrano prospettive interessanti per gli investitori sia a breve che a lungo termine.

A cura di Matteo Ramenghi, Chief Investment Officer di UBS WM Italy

 

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