Investimenti: come affrontare un “lento” rallentamento

“Dopo le tensioni di marzo nel settore bancario, la situazione si sta normalizzando. Le prime indicazioni ci suggeriscono che le prospettive di una continua espansione economica sono intatte. In effetti, il contesto in cui si apre il secondo trimestre è abbastanza simile a quello di inizio anno. A nostro avviso, il consenso è troppo pessimista nel prevedere una recessione dietro l’angolo“. Questa l’opinione di Evan Brown, Head of Multi-Asset Strategy Investment Solutions, e Luke Kawa, Director Investment Solutions di UBS AM, che di seguito illustrano nel dettaglio il loro outlook.

Le preoccupazioni per la salute del settore finanziario non hanno innescato un deterioramento significativo e immediato della crescita economica. Il solido punto di partenza dei valori nominali indica che la crescita ha spazio per un rallentamento, prima che ci si debba preoccupare di un’imminente contrazione economica.

Restiamo più ottimisti del consenso sulle prospettive a breve termine, pur sapendo che la forbice dei risultati rimane ampia. Le prospettive di crescita e inflazione restano incerte. Le principali asset class riflettono questa incertezza, a nostro avviso, con azioni, rendimenti obbligazionari e dollaro USA bloccati all’interno dei range da inizio anno.

Le azioni statunitensi stanno prezzando un atterraggio morbido, mentre i mercati obbligazionari, a nostro avviso, riflettono un rischio di recessione eccessivo. Prevediamo che la situazione si risolva con un rialzo dei rendimenti obbligazionari e con un calo degli indici azionari statunitensi, che puntano sulla crescita, a partire dalla parte alta del loro range.

L’azionario internazionale appare più interessante rispetto a quello statunitense, poiché vediamo che gli impulsi alla crescita si stiano verificando in Cina ed Europa. Riteniamo che questa svolta provocherà anche un indebolimento del dollaro USA nel tempo. Un’economia globale non troppo calda e non troppo fredda favorisce anche le aree più economiche del credito, in particolare il debito dei mercati emergenti (EM) e l’investment grade (IG) europeo. Il rischio principale per la nostra view è il mancato innalzamento del tetto del debito pubblico da parte del governo statunitense entro la data stabilita.

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