Asset allocation: uno sguardo oltre il 2023

Ci siamo più volte confrontati con i temi di investimento per il 2023. Vorremmo allungare l’orizzonte temporale e chiederci quali potrebbero essere i temi da valutare per i prossimi anni. Soprattutto perché siamo convinti che stia prendendo gradualmente forma una nuova realtà che potrebbe definire i mercati globali dei prossimi anni.

Buona parte degli investitori si aspetta un veloce ritorno alla normalità dopo che l’inflazione si sarà abbassata e le banche centrali avranno smesso di alzare i tassi di interesse. Non siamo dello stesso parere ma, al contrario, riteniamo che i mercati stiano attraversando cambiamenti significativi che imporranno agli investitori di reimpostarne le aspettative.

Un cambiamento che per esempio è già in atto è il passaggio da una leadership di mercato ristretta a una più ampia. Una manciata di titoli tecnologici ha infatti dominato i mercati per anni, ma prevediamo che una gamma molto più ampia di investimenti favorirà i rendimenti e il grado di rischio del portafoglio in futuro. Ecco alcuni temi che riteniamo opportuno evidenziare:

  • Le azioni da dividendi potrebbero alimentare i portafogli dei prossimi anni. Con il rallentamento della crescita e l’aumento del costo del capitale, ci aspettiamo che i dividendi forniscano un contributo significativo e stabile al rendimento complessivo del portafoglio. I dividendi hanno rappresentato solo il 15% circa del rendimento totale negli anni a partire dal 2010, ma storicamente la media si è aggirata intorno al 40%, raggiungendo un picco del 72% durante gli inflazionistici anni ’70;
  • Gli investimenti in titoli growth verso un nuovo paradigma. Le azioni growth sono state recentemente sottoposte a forti pressioni, ma per alcune aziende pensiamo che il mercato stia buttando via il bambino con l’acqua sporca. Il ritmo dell’innovazione in tutto il mondo sta accelerando di nuovo. La cosa fondamentale è distinguere tra le società che hanno raggiunto la fine della loro parabola di crescita, da quelle che sono semplicemente in una fase di rallentamento ciclico. Occorre quindi trovare aziende pronte a riaccelerare quando l’economia tornerà a migliorare;
  • L’innovazione sta portando a un’età d’oro anche per l’assistenza sanitaria. In questo settore l’innovazione è ai massimi storici. Superate le preoccupazioni degli investitori dell’ultimo anno, l’ambiente macroeconomico generale sembra ora più favorevole a nuovi investimenti nell’innovazione, sola spinta in grado di creare valore a lungo termine. Le aziende farmaceutiche hanno investito molto nella scoperta di farmaci negli ultimi anni e, di conseguenza, si stanno sviluppando profonde pipeline di trattamenti pionieristici per affrontare alcuni dei maggiori problemi di salute del mondo. Il sequenziamento genico è un’altra innovazione chiave con importanti implicazioni per la salute e gli investimenti. In futuro, potremmo essere in grado per esempio di accoppiare il sequenziamento genetico con interventi basati sui geni per fornire una medicina di precisione personalizzata (il futuro che sostituirà i geni difettosi o mancanti con quelli normali e sani non è così lontano);
  • Il reshoring delle catene di approvvigionamento creerà nuove opportunità in tutti i settori. Le interruzioni delle catene di approvvigionamento cui abbiamo dovuto far fronte durante la pandemia e le crescenti tensioni geopolitiche hanno spinto molte aziende a ripensare le proprie capacità di approvvigionamento globale. La strategia ora si concentra sull’equilibrio tra efficienza, affidabilità e sicurezza, con l’intenzione di diversificare attraverso il reshoring e l’onshoring della produzione. Non dobbiamo però pensare che questa tendenza alla fine sostituirà la Cina come la più grande base manifatturiera del mondo. Piuttosto, molte aziende stanno passando a una strategia Cina 2.0, mantenendo le operazioni nel paese e aggiungendo strutture altrove (sud est asiatico, Messico, India);
  • Le obbligazioni possono fornire forza quando le azioni sono deboli. Ascoltando le dichiarazioni degli esponenti della FED e della BCE, non si può non pensare alla recessione. Il rallentamento economico crediamo che possa rendere le obbligazioni le protagoniste di un portafoglio ben diversificato. Storicamente il rallentamento della crescita o peggio una recessione è stato negativo per molte asset class, per le obbligazioni core si è rivelato il nirvana. Il rallentamento della crescita, il calo dell’inflazione, i rendimenti più elevati e una FED vicina alla fine del suo ciclo di rialzo, si sommano ad una fantastica opportunità per i fondi obbligazionari di generare rendimenti totali importanti. Ma anche se la recessione dovesse colpire più duramente del previsto e per questa via facendo scendere l’inflazione altrettanto più velocemente delle attese, è anche possibile un ulteriore rialzo dei prezzi. I tassi di interesse probabilmente diminuirebbero, portando ad un significativo apprezzamento del prezzo delle obbligazioni.

A cura di Antonio Tognoli, responsabile macro analisi e comunicazione di Cfo Sim

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!