Asset allocation, Giappone: prospettive allettanti per l’azionariodi ripresa per i titoli azionari

L’azionario giapponese è diventato rapidamente il mercato sviluppato più amato dagli investitori globali: il 17 maggio, il Topix ha raggiunto un picco che non si vedeva dall’agosto del 1990, e questo slancio non mostra segni di rallentamento.

In questo scenario, ecco di seguito la view di Daniel Hurley, Portfolio Specialist for Emerging Markets and Japanese Equities di T. Rowe Price.

Nonostante siano ancora sottopesati rispetto ad altri mercati sviluppati, gli investitori esteri sono stati acquirenti netti di azioni giapponesi per sei settimane consecutive, il che indica una crescente fiducia nelle prospettive economiche del Paese. Riteniamo quindi ci siano diversi motivi per prendere in considerazione l’azionario giapponese in questo momento. Tuttavia, esistono delle sfide che dovranno essere affrontate affinché il Giappone continui a brillare nel lungo periodo.

Motivi di ottimismo

Esistono diversi fattori che sostengono questo ritrovato interesse e che hanno portato l’indice azionario al livello più alto degli ultimi 33 anni. Negli ultimi tempi, Warren Buffett, visitando il Paese, acquistando e decantando le opportunità che vede in Giappone, ha certamente contribuito a dare slancio all’azionario giapponese. In particolare, la riapertura dell’economia nazionale dopo la pandemia, la valuta a buon mercato, la crescita economica alimentata dalla riapertura della Cina e le riforme della corporate governance che stanno finalmente dando i loro frutti, stanno suscitando l’interesse degli investitori stranieri verso il Giappone.

Il Topix giapponese è in rialzo del 14,1% su base annua e scambia a 14,3 volte il rapporto prezzo/utili sulla base degli utili stimati per il prossimo anno fiscale, mentre l’S&P 500 è in rialzo dell’8,3% e a 19 volte. Tuttavia, nonostante il forte inizio d’anno, le valutazioni rimangono molto attraenti, soprattutto se confrontate con quelle degli Stati Uniti, ma il vero motivo di interesse è il miglioramento dei rendimenti e della governance del Giappone, storicamente più deboli.

L’economia nazionale si sta riprendendo con forza dopo la pandemia, grazie alla ripresa dei consumi interni e all’aumento dei turisti a Tokyo. Anche l’economia cinese si sta riaprendo e riprendendo, e rimane il principale partner commerciale del Giappone, il che favorisce diversi esportatori e gruppi industriali giapponesi. Pertanto, gli investitori guardano ora al Paese del Sol Levante come un’opzione per beneficiare della riapertura della Cina senza investire direttamente in Cina.

Inoltre, le riforme della corporate governance avviate dall’Abenomics nel 2015 hanno gettato solide basi per un aumento dei rendimenti per gli azionisti, che ora stanno diventando sempre più evidenti. Gli hedge fund attivisti, gli investitori nazionali e le aziende, seguiti dagli investitori stranieri, ne stanno prendendo atto. Negli ultimi quattro anni i buyback hanno battuto ogni record, raggiungendo il massimo storico nell’esercizio finanziario di marzo 2023.

Prospettive rosee all’orizzonte

Date le attuali condizioni di mercato, ci aspettiamo opportunità di investimento in aziende “quality growth” che sono in grado di aumentare costantemente la crescita degli utili nel tempo, nonché in aziende “transformation” che stanno dando priorità al miglioramento della governance e dei rendimenti per gli azionisti. Vediamo anche segnali che indicano che la sovraperformance del Value rispetto al Growth negli ultimi due anni e mezzo si sta placando, mentre il Growth sembra ipervenduto dopo una rapida rotazione. I tassi di cambio favorevoli del Giappone potrebbero inoltre creare un contesto favorevole per i titoli Growth, mentre la selezione attiva dei titoli e l’analisi fondamentale sono elementi chiave per individuare queste società.

Pur essendo ottimisti sul futuro del mercato azionario giapponese, ci sono diverse potenziali problematiche da considerare. Tra queste, la possibilità di un rallentamento dell’economia globale e il delicato compito di normalizzare la politica monetaria senza impattare negativamente sugli esportatori. È quindi essenziale trovare un equilibrio, poiché una stretta eccessiva o troppo rapida potrebbe causare un apprezzamento della valuta e danneggiare gli esportatori che svolgono un ruolo cruciale nell’economia giapponese e nel Topix. Questo potrebbe mettere a repentaglio gli sforzi della Bank of Japan volti a generare inflazione, un obiettivo perseguito da vent’anni. Inoltre, c’è ancora molto da fare per migliorare la riforma della corporate governance. La Borsa di Tokyo ha segnalato la propria insoddisfazione per il numero di società con un rapporto price-to-book inferiore a uno e sta prendendo provvedimenti per risolvere il problema.

Nonostante le sfide che il mercato azionario giapponese potrebbe dover affrontare, rimaniamo ottimisti e riteniamo che al momento rappresenti un’opportunità potenzialmente promettente per gli investitori. Il Paese si sta gradualmente riprendendo dalla pandemia e le riforme attuate negli ultimi sette anni cominciano a essere riconosciute dagli investitori stranieri. Dando priorità ai fondamentali bottom-up, siamo certi che gli investitori in grado di individuarli potranno cogliere opportunità e rendimenti. Inoltre, il mercato giapponese, storicamente sottovalutato, offre un’interessante proposta di valore agli investitori stranieri, rendendo il Giappone ancora più interessante come destinazione d’investimento.

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