Investimenti, banche centrali: la linea sottile tra crescita e inflazione

“Ci aspettiamo che la prossima riunione del FOMC porti a una pausa dell’aumento dei tassi di interesse. Da un punto di vista macro, stiamo assistendo a un graduale calo dello slancio della crescita e dell’inflazione“. Ad affermarlo è Mondher Bettaieb-Loriot, Head of Corporate Bonds di Vontobel, che di seguito illustra nei particolari l’outlook.

Il recente dibattito sulla politica della Fed ha suggerito che il presidente Jerome Powell sia più propenso ad effettuare una pausa rispetto a un certo numero di suoi colleghi, dopo aver dichiarato, in occasione di una conferenza della Fed a Washington D.C., di aver fatto molta strada nell’inasprimento della politica e di potersi permettere di guardare ai dati e all’evoluzione delle prospettive per valutare la situazione attentamente.

Uno degli elementi chiave emersi dai verbali del FOMC di maggio è che la Fed dà per scontato un inasprimento delle condizioni di credito e la debolezza della survey sui maggiori responsabili dei prestiti confermerebbe questa scuola di pensiero, alla luce delle tensioni bancarie registrate negli Stati Uniti e del conseguente effetto negativo che queste hanno in genere sullo slancio della crescita.

Nel primo trimestre, le banche statunitensi hanno notevolmente inasprito gli standard di prestito commerciale. L’inasprimento sembra essere stato più diffuso in termini di prezzi e soprattutto per le piccole e medie imprese (PMI) che impiegano la maggior parte della forza lavoro. Secondo l’agenzia di rating Moody’s, sono state toccate anche le dimensioni delle linee di credito, i covenant sui prestiti e i requisiti di garanzia. Morgan Stanley riferisce che la domanda di prestiti commerciali e industriali è scesa a livelli che non si vedevano dalla grande crisi finanziaria del 2008; lo staff di ricerca della banca sottolinea che i cambiamenti nelle modalità di prestito dovrebbero colpire maggiormente le piccole imprese, soprattutto nel settore del tempo libero e dell’ospitalità. Si tratta, a quanto pare, dei maggiori utilizzatori di piccole banche che hanno sofferto ultimamente, e Morgan Stanley ritiene che queste imprese abbiano maggiori probabilità di ridimensionarsi nei mesi a venire, dato che sono quelle che hanno contribuito maggiormente all’aumento dei salari nell’ultimo anno rispetto ad altri settori.

Quindi, il mercato del lavoro ancora rigido visto a maggio dovrebbe continuare a decelerare gradualmente e questo sarà da seguire soprattutto perché le piccole imprese ora descrivono il livello molto alto dei tassi di interesse come la loro preoccupazione numero uno, oltre all’inflazione più alta.

L’inflazione continuerà a scendere

Il dato sull’inflazione core di maggio ha mostrato che le prospettive continuano a migliorare negli Stati Uniti, anche se gradualmente, ma sempre nella giusta direzione. Il dato è stato interamente guidato da un forte aumento dei prezzi delle auto usate, mentre l’inflazione degli alloggi è stata piatta e l’inflazione dei servizi non abitativi è crollata allo 0,1% di crescita mensile. Si tratta dell’aumento più contenuto dal luglio 2022, se si escludono gli affitti delle abitazioni, e ricordiamo che quest’ultima componente è piuttosto importante, dato che il presidente Powell ha indicato l’inflazione dei servizi di base al di fuori delle abitazioni come fondamentale per determinare se le pressioni inflazionistiche si stanno riducendo.

Nel complesso, i servizi di base non abitativi stanno mostrando progressi, l’effetto ritardato più basso e anticipato degli alloggi probabilmente si manifesterà nei mesi a venire e il fatto che il finanziamento dei prestiti per le automobili dovrebbe raffreddarsi (a causa di standard di prestito più rigidi) significa ulteriori buone notizie in vista. L’inflazione dovrebbe diventare meno critica e continuare a essere collaborativa, consentendo alla Fed di fare la pausa prevista.

Nel frattempo, per quanto riguarda i negoziati sul tetto del debito e la possibile influenza sul FOMC, sia i repubblicani che i negoziatori della Casa Bianca sembrano aver fatto buoni progressi con l’accordo assicurato dal Presidente Joe Biden e dal Presidente della Camera Kevin McCarthy nel fine settimana. L’accordo proposto dovrebbe prevedere la sospensione del limite del debito per quasi due anni, evitando la chiusura del governo e il suo default. L’accordo suggerirebbe un tetto alle spese non legate alla difesa, che contribuirebbe a rallentare lo slancio della crescita. Questo potrebbe essere compensato da una politica monetaria più pragmatica e da un FOMC più paziente, poiché anche con una pausa senza ulteriori rialzi dei tassi, la politica monetaria diventerebbe naturalmente ancora più restrittiva con l’aumentare del rallentamento. Osservare i dati e fare valutazioni attente sembrerebbe un buon compromesso, utile per qualche tempo, e naturalmente aumenterebbe ancora le probabilità di un atterraggio morbido.

Probabile picco dei tassi in Europa a giugno

Nell’area europea la situazione, pur essendo ancora fluida, dovrebbe normalizzarsi, evolversi e decelerare come negli Stati Uniti. Gli ulteriori aumenti dei tassi di 100 punti base (bp) nel 1° trimestre hanno fatto sì che la domanda di prestiti sia scesa di nuovo drasticamente, come risulta dall’ultima indagine sui prestiti della BCE per il 1° trimestre pubblicata a fine aprile. Di fatto, secondo Morgan Stanley, gli standard di credito sono quasi tornati ai livelli rigidi visti durante la crisi dell’Eurozona nel 2011.

Secondo l’indagine, la domanda di prestiti da parte delle famiglie rimane debole a causa dell’aumento dei tassi di interesse e della minore fiducia. I prestiti alle famiglie nella nostra parte del mondo sono ancora più correlati ai consumi privati, ed è probabile che i modelli di consumo inizino a risentire dell’inasprimento dei tassi. Ciò è stato osservato in Germania, dove i consumi delle famiglie hanno subito una contrazione di -1,2% su base trimestrale e hanno contribuito al dato negativo del PIL di -0,3% su base trimestrale nel 1° trimestre 2023. Sul fronte dell’inflazione, sia l’Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo (IAPC) dell’area dell’euro che l’IAPC core dovrebbero attenuarsi a maggio, riflettendo i prezzi dell’energia molto più bassi, i servizi più morbidi e gli effetti base molto migliori. Secondo Barclays Research, l’IPCA di maggio scenderà al 6,1% dal 7,0% di aprile, mentre la previsione per l’IPC core è del 5,3%, in calo dal 5,6% del mese precedente. L’insieme di questi elementi renderebbe più probabile il nostro scenario di base di un picco del 3,5% nel tasso di depo di giugno della BCE, il che significherebbe un aumento di 25 punti base a giugno prima di fare una pausa.

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