Asset allocation: il tech beneficia dell’uscita dai ciclici

Nonostante il 2023 sia solo prossimo al giro di boa, sta già facendo registrare performance fuori dal comune. Il settore tecnologico, in particolare, è stato finora protagonista di rialzi impressionanti. Da un punto di vista prettamente tecnico, alla fine del quarto trimestre 2022 molte delle società di riferimento avevano fatto segnare dei ribassi rilevanti: su tutte Tesla, che registrava un -75% dai massimi. Di conseguenza, le esposizioni dei gestori erano anch’esse ai minimi, sottopesate e con leve ridotte o assenti. Il margine di espansione era quindi ampio.

Dopo il rilascio di ChatGPT, l’attenzione si è concentrata sul settore tecnologico ed in particolare sull’intelligenza artificiale, diventata ormai tema imprescindibile nelle conferenze post-pubblicazione degli utili delle società.

“Sebbene ancora non sia chiaro quali settori beneficeranno di questa tecnologia, in termini di efficientamenti e riduzioni dei costi, il mercato ha un’idea ben chiara riguardo chi saprà monetizzare questa rivoluzione: le società che offrono tecnologie abilitanti per l’IA, difatti, guidano i rialzi del settore e del mercato intero“. Parola di Antonio De Negri, ad di Smart Bank, che di seguito spiega nel dettaglio la propria visione sul comparto.

I tagli dei costi annunciati nel 2022 hanno prodotto risultati migliori delle attese, generando diffusamente sorprese positive sui margini. Inoltre, secondo molti analisti, questo ciclo di revisione al rialzo degli utili è solo all’inizio. Allo stesso tempo, la visione al ribasso dell’inflazione, unita al rallentamento della crescita, sta spingendo gli investitori a evitare i settori ciclici e a cercare delle opportunità di crescita nel lungo periodo, o secolari, ricercate nelle società tecnologiche. Accade quindi che il tech diventa un settore difensivo, che beneficia della rotazione in uscita dai ciclici.

Questa dinamica non passa inosservata, con il Nasdaq 100 che sovraperforma l’S&P500 equipesato di oltre 30 punti percentuali. La cosiddetta breadth è una misura di ampiezza dei movimenti del mercato, che confronta la performance generale con il numero effettivo di azioni o settori che sono in positivo. A causa degli scarsi flussi di capitali e della rotazione, la breadth risulta decisamente depressa, mostrando che i rialzi degli indici sono concentrati in pochi grandi nomi, mentre il resto del mercato ancora arranca.

Secondo molti analisti questo indicatore non è sufficiente a giustificare un arresto dei rialzi, che si pensa continueranno. Allo stesso tempo, spiegano, occorre tenere a mente questa fragilità qualora ci fossero sorprese importanti nelle previsioni macroeconomiche, o se uno shock imprevisto innescasse un’ondata di vendite.

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