Asset allocation e scenario macro: la view di BlackRock per i prossimi mesi

È più probabile una recessione rispetto a una ripartenza dell’economia. Almeno in Europa dove si rimarrà in zona restrittiva per parecchio tempo”. Parola di Bruno Rovelli, chief investment strategist per l’Italia di BlackRock che, incontrando la stampa a Milano in occasione della presentazione dell’outlook sul secondo semestre dell’anno, ha detto: “crediamo che il tasso terminale Bce sarà raggiunto nella prossima riunione del 27 luglio al 3,75%. I tassi sono ormai in territorio sufficientemente restrittivo per determinare un significativo rallentamento dell’attività economica”.

In altre parole, sebbene alcuni dei fattori che hanno portato al balzo dell’inflazione nel corso degli ultimi 12 mesi sono in fase di attenuazione (caro-energia e l’effetto di riapertura dell’economia cinese etc.), dopo la fine dei lockdown resta il fatto che i tassi rimarranno sul livello terminale a lungo. E questo deprime l’andamento economico e il potere di spesa degli individui.

“Non vediamo possibili tagli del costo del denaro prima di un orizzonte temporale di almeno 12 mesi”, ha continuato. Secondo il manager, quindi, in prospettiva ci sono più possibilità di una recessione che non di una ri-accelerazione dell’attività economica perché, diversamente dalla Fed (che non è ossessionata dall’inflazione come la Bce) la banca centrale europea non è disposta ad accettare un’inflazione persistentemente al di sopra del target di medio periodo del 2%.

La visione sull’economia globale e sui mercati di metà anno di BlackRock indica proprio il perdurare di una situazione di totale eccezionalità. Per questo, secondo lo strategist, il futuro dei tassi di Fed e Bce è di non essere destinati scendere con la stessa ripidità riscontrabile nei passati cicli economici a fronte del raggiungimento del tasso neutrale.

“Vediamo la prosecuzione di un regime macro radicalmente diverso rispetto agli ultimi 30 anni in cui l’alta inflazione convive con un’attività economica stagnante”, ha continuato Rovelli. Un quadro che è determinato “da un insieme di megaforze”. Che sono: adozione dell’intelligenza artificiale, ripensamento delle catene produttive, invecchiamento della popolazione, transizione Net Zero ed evoluzione del sistema finanziario. E concorrono a ridurre in modo strutturale la capacità produttiva globale, da cui discende una carenza lato offerta che alimenta tensioni inflazionistiche di fondo.

Il ruolo dell’AI

Ma è bene sottolieare che sfruttare le megaforze, ovvero le tendenze strutturali che hanno la capacità di influenzare performance economie, mercati, settori, non produce per forza impatti significativi sull’orizzonte di investimento. Una particolare attenzione è posta all’adozione dell’intelligenza artificiale secondo BlackRock. “Il tema della costruzione dell’infrastruttura ad essa collegata sarà centrale per i prossimi anni e dobbiamo considerare che la rapidità di adozione di qualsiasi cambiamento tecnologico è molto cresciuta nel tempo”. Ci troveremo, quindi, secondo Rovelli, di fronte ad un trend esponenziale che avrà delle conseguenze trasformative quando arriverà agli adopter modificandone modalità produttive e organizzative. “Un trend macro ma i cui impatti saranno molto diversificati per singolo settore o attività, determinando opportunità di investimento per chi opera selezione singoli titoli”, ha chiarito.

Equity di scarsa soddisfazione

“Sui i prossimi 6-12 mesi ci attendiamo più downside che upside sui mercati azionari. L’Europa da questo punto di vista è un caso esemplificativo dato che tecnicamente si trova già in stagnazione ma la Bce prosegue nel percorso di rialzo dei tassi”. Dato che il quadro macro non porta soddisfazione “bisogna pensare a opportunità più granulari”, ha precisato Rovelli per indicare la crescente necessità di operare scelte molto precise su quali siano le asset class a cui esporsi. “Prima di tutto dobbiamo considerare una grande dispersione dei rendimenti in ambito azionario. Solo 8 megacap hanno determinato pressoché interamente la corsa dell’equity degli ultimi mesi”, ha aggiunto.

Quali bond

In ambito obbligazionario, l’esperto spiega come i rendimenti a lungo termine abbiano iniziato a riflettere il nuovo regime. “Ci troviamo in un ambiente più favorevole per obbligazioni e conseguentemente abbiamo chiuso il sottopeso che avevamo precedentemente su governativi europei e britannici. Per quanto riguarda gli Stati uniti crediamo che la Fed sarà più tollerante sul target di inflazione rispetto alla Bce e preferiamo quindi un’esposizione inflation linked per gli Usa”, ha dichiarato Rovelli.

Sul credito la casa di gestione indica un posizionamento neutrale sulla componente investment grade, in cui il rendimento complessivo è definito abbastanza attraente seppur solo grazie al tasso a scadenza. “Gli spread oggi sono nella terra di nessuno”, afferma Rovelli, “né molto bassi come all’inizio del ciclo, né molto alti come a fine ciclo. Pensiamo che in questa situazione ci siano più rischi che opportunità sull’high yield. “Questo per le condizioni di accesso al credito in inasprimento e per la correlazione negativa tra andamento attività economica e spread”, ha aggiunto.
Lo strategist ha espresso un sovrappeso, infine, per le obbligazioni emergenti in valuta locale, dove Messico e Brasile risultano particolarmente interessanti. La maggior parte dei mercati emergenti hanno avuto politiche monetarie e fiscali abbastanza standard a differenza di Stati Uniti ed Europa. Il risultato netto è che l’inflazione ha un differenziale molto ridotto rispetto a quanto verificatosi storicamente in relazione ai Paesi sviluppati.

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