Infatti, con il continuo calo dell’inflazione americana, il tasso nominale dei Fed fund diventa ancora più restrittivo per l’economia americana. Sia Powell che il presidente della Fed di New York Williams hanno recentemente indicato la necessità di ridurre i tassi per mantenere almeno costanti i tassi di interesse reali al fine di preservare il livello massimo di restrittività desiderato. Potremmo quindi muoverci verso un contesto restrittivo più a lungo, che vede la banca centrale attuare tagli dei tassi a partire dal 2024, mentre l’inflazione continua a decelerare, fino a quando l’economia non tornerà a un’inflazione core del 2%. A quel punto, secondo il presidente della Fed di New York Williams, si potrebbe pensare di riportare i tassi reali al livello neutrale.
Altrove, la recente volatilità del mercato dei titoli del Tesoro statunitense, che ha spinto al rialzo i rendimenti, è stata determinata da un’impennata dei rimborsi e dell’offerta di obbligazioni durante un periodo estivo molto illiquido. La narrativa che sta spingendo al rialzo i rendimenti comprende anche il declassamento del rating del credito statunitense da parte di Fitch e l’aggiustamento della curva di controllo dei rendimenti da parte della Banca del Giappone. Niente di tutto ciò cambia la mia convinzione che dovremmo vedere rendimenti molto più bassi verso la fine di giugno 2024, a meno che l’inflazione core non smetta di scendere e il PIL non aumenti in modo sostanziale rispetto alle attuali previsioni della Fed di una crescita dell’1-1,5% nel 2024. Questi cambiamenti dovrebbero avvenire insieme.