La correzione ha coinvolto anche i titoli della tecnologia, il cui rialzo nei mesi passati è stato tanto più notevole in quanto è avvenuto in un contesto di normalizzazione piuttosto aggressiva della politica monetaria. Ricordiamo che il settore, i cui flussi di cassa positivi sono spesso scontati per un futuro lontano, è considerato alla stregua di un bond ad elevata duration e come tale particolarmente sensibile ai movimenti dei tassi.
Il rialzo della tecnologia, che a un certo punto ha sospinto il Nasdaq del 40% sopra il livello dell’inizio dell’anno, ha avuto certamente solide ragioni interne. I colossi del settore hanno mostrato ancora una volta di sapersi muovere in anticipo andando a occupare nicchie nascenti particolarmente promettenti. Così come negli anni scorsi è stato il caso dei servizi di cloud computing, che hanno dato nuovo ossigeno al fatturato e agli utili di molte grandi società, così quest’anno il salto di qualità dell’intelligenza artificiale apre nuove grandi possibilità di crescita nel software dedicato, nei data center e nei potenti semiconduttori che rendono il tutto possibile.
Tuttavia, per quanto sia innegabile che gli ultimi mesi abbiano visto un importante balzo in avanti nell’intelligenza artificiale, i benefici concreti per le società del settore e per l’economia nel suo insieme richiederanno anni per dispiegarsi e non è prudente scontarli tutti immediatamente. Così, quanto meno, hanno ragionato molti dirigenti delle società del settore, che tra giugno e luglio hanno esercitato quantità record di stock options personali per poter vendere le loro azioni al mercato.
Sul loro cammino le Borse dovranno poi correggere un altro eccesso di ottimismo, quello relativo ai quattro tagli dei tassi che i mercati prezzano per l’anno prossimo e che a nostro avviso saranno di meno. Se la Federal Reserve manterrà alti i tassi ancora per alcuni trimestri, infatti, il mercato monetario, con i suoi rendimenti elevati e sicuri, continuerà a esercitare una temibile concorrenza rispetto a un azionario con valutazioni piuttosto elevate.
Detto questo, le Borse continueranno nei prossimi mesi a ricevere notizie positive sui due fronti dell’inflazione e della crescita. Non si tratterà però di un movimento perfettamente lineare, come dimostra la recente ripresa del prezzo del petrolio, ma nel complesso l’inflazione continuerà ad avvicinarsi all’obiettivo del 2%. Quanto alla recessione, per ora non se ne trova traccia né nel presente né nel futuro prevedibile.
Disinflazione e crescita continueranno dunque a supportare le Borse e correzioni come quella di agosto continueranno a essere superficiali, senza trasformarsi in inversioni di tendenza.
Sintetizzando, dopo la pausa stagionale, verso fine anno le Borse torneranno a crescere. Si tratterà però di un movimento più lento di quello che abbiamo vissuto nell’ultimo anno.
Le Borse europee seguiranno il mercato americano. Le prospettive generali dell’economia europea sono meno favorevoli, ma questo è compensato dalle valutazioni più contenute rispetto agli Stati Uniti.
Per quanto riguarda i settori, nella prossima fase saranno da considerare i titoli difensivi, fin qui trascurati dai mercati. Questi titoli offrono in questo momento un rapporto tra rischio e rendimento migliore rispetto ai ciclici e alla crescita.
Per quanto riguarda le geografie, la Borsa difensiva per eccellenza è quella svizzera, che torna oggi interessante. Il Regno Unito e, ancora di più, il Giappone sono anch’essi da sovrappesare, anche in considerazione del recupero che sterlina e yen potrebbero far segnare nei prossimi mesi.
A cura di Alessandro Fugnoli, strategist di Kairos