Perché l’Europa dell’Est è un buon investimento a lungo termine

“Se si considerano i dati attuali in modo aggregato, ci troviamo ancora a un livello di rendimento piuttosto interessante per le obbligazioni in valuta locale, intorno al 5,8%“. Parola di Ronald Schneider, responsabile del team obbligazionario “CEE & Global Emerging Markets” di Raiffeisen Capital Management, che di seguito illustra nei particolari la view.

L’Ungheria è ancora in testa alla classifica con il 7,5%, seguita dalla Romania con il 6,7%. Si tratta di un livello ancora interessante nel confronto storico, ma decisamente inferiore rispetto alla prima metà dell’anno. Uno sguardo all’economia mostra che i timori di una profonda recessione non si sono concretizzati. Tuttavia, i prezzi elevati dell’energia e i tassi d’interesse di riferimento elevati hanno fortemente depresso la crescita nella regione.

La marcata stagnazione dell’economia ha molto a che fare con l’economia dell’Eurozona, che non riesce a decollare e non dà alcun impulso ai partner commerciali vicini. La mancanza di espansione colpisce in modo particolare l’industria dell’Europa orientale, che è strettamente legata a quella dell’Europa occidentale. In particolare la Repubblica Ceca, la Romania e l’Ungheria, ma anche la Slovacchia (già membro dell’Eurozona), sono fortemente legate all’industria automobilistica dell’Europa occidentale. E poiché quest’ultima è attualmente sottoposta a un grande sconvolgimento – parola chiave “decarbonizzazione” – siamo attualmente lontani da una dinamica positiva e di sostegno.

Anche i tassi di interesse elevati e l’aumento del costo dei generi alimentari pesano sui consumi in Europa orientale. Le prospettive economiche sono quindi piuttosto caute. Naturalmente, questo sviluppo fa discutere sul momento in cui le banche centrali potranno iniziare a ridurre sensibilmente gli elevati tassi di interesse di riferimento, una discussione che si sta svolgendo anche a livello globale in relazione alla Fed e che, in linea di principio, potrebbe sostenere i mercati obbligazionari. Al momento, però, ci troviamo in una fase di consolidamento. Il mercato ha già anticipato e scontato molto. Una battuta d’arresto non è quindi improbabile.

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