Asset allocation: il posizionamento di Pictet AM

L’ondata di vendite di titoli di Stato statunitensi ha superato ogni previsione. I rendimenti a dieci anni dei Treasury USA hanno raggiunto il massimo degli ultimi 16 anni, superando quota 5%, circa 100 punti base in più rispetto alle nostre stime di fair value (4% circa).

“In un momento in cui la più grande economia mondiale sembra destinata a rallentare e i rischi geopolitici sono in aumento, rendimenti così alti appaiono molto interessanti a qualsiasi investitore che desideri rafforzare le proprie difese. Il nostro modello classifica i titoli di Stato statunitensi come “convenienti” per la prima volta da giugno 2021. Per questi motivi manteniamo il nostro sovrappeso sui Treasury USA“. Ad affermarlo è la Strategy Unit di Pictet AM, che di seguito spiega nel dettaglio anche gli altri posizionamenti.

Continuiamo, inoltre, a sovrappesare le obbligazioni in valuta locale dei mercati emergenti: questa asset class ha già beneficiato dei tagli dei tassi d’interesse delle banche centrali dei Paesi in via di sviluppo. La prospettiva di un apprezzamento delle valute dei mercati emergenti, però, significa che tali obbligazioni potrebbero guadagnare ancora di più: sembra infatti probabile che le economie emergenti possano superare le proprie controparti sviluppate.

Per contro, continuiamo a sottopesare i titoli di Stato giapponesi. L’inflazione è ancora in aumento nella terza maggiore economia mondiale, che registra al contempo una forte crescita. Ciò suggerisce che la Bank of Japan non avrà altra scelta se non quella di abbandonare la sua politica monetaria ultra accomodante, sempre meno sostenibile , rialzando i tassi d’interesse nei prossimi mesi.

Per quanto riguarda il credito societario, sottopesiamo le obbligazioni high yield statunitensi: è probabile che i tassi di insolvenza dai bassi livelli attuali aumenteranno di pari passo con l’irrigidimento dei criteri di concessione di prestito.

 L’oro dovrebbe beneficiare del calo dei tassi reali statunitensi e dell’indebolimento del dollaro, elementi che potrebbero tenere banco il prossimo anno. La nostra posizione resta di sovrappeso, sebbene la sua valutazione sia resa difficile dalla resilienza finora mostrata e dal rafforzamento che ha fatto seguito al conflitto tra Israele e Hamas.

Sostenuto da un rendimento migliore rispetto alle altre valute dei mercati sviluppati, il dollaro ha tenuto bene; tuttavia, il biglietto verde si trova ora ad affrontare la prospettiva di un calo sostenuto a causa di quello che consideriamo un deterioramento dei fondamentali economici statunitensi: prevediamo infatti che nel 2024 la crescita del PIL statunitense sarà inferiore a quella della maggior parte dei Paesi sviluppati.

Per il resto, sovraponderiamo il franco svizzero, una valuta rifugio che beneficia della dinamica favorevole dell’inflazione nazionale.

 

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