“Anche se il ciclo macroeconomico appare incerto, questi periodi offrono numerose opportunità agli investitori capaci di trascurare il frastuono congiunturale e di privilegiare il lungo termine“. Parola di Laurent Denize, Co direttore degli investimenti di Oddo BHF, che di seguito illustra nei particolari la propria view.
Lo spettacolare aumento dei tassi d’interesse degli ultimi due anni ha certamente causato qualche danno collaterale. In questo contesto, constatiamo che sui mercati azionari permangono ancora numerose situazioni di polarizzazione. La più evidente è sicuramente quella degli Stati Uniti, dove il rialzo del mercato (+15% per l’S&P 500 da inizio anno) è quasi interamente attribuibile agli incrementi dei “Magnificent Seven”, considerati (a giusto titolo) titoli a forte crescita.
Così, l’indice MSCI USA Growth è cresciuto del 36% da inizio anno, mentre l’MSCI USA Value, penalizzato dal rischio di recessione, è sceso del 2%. Questa polarizzazione si nota anche in Europa, dove il 45% della progressione dell’indice Stoxx Europe 50 da inizio anno è frutto dell’aumento di due titoli, Novo Nordisk e ASML.
Quanto alle valorizzazioni, è interessante segnalare che la sovraperformance dei mercati americani nel 2023 ha accentuato lo sconto dell’Europa, che oggi si attesta al livello record del 35 per cento.
Le valutazioni delle società cicliche in Europa incorporano oggi uno scenario di grave recessione
Mai prima d’ora una recessione è stata ampiamente annunciata. Anche se l’economia europea si sia dimostrato molto resiliente, il rallentamento è già stato accusato dai titoli più ciclici da diversi trimestri. Le società del settore chimico, siderurgico, dell’industria della carta/cartone e le miniere, che appartengono ai settori più sensibili ai cicli economici, negli ultimi trimestri hanno registrato pesanti cali di attività e redditività, sotto l’effetto di forti riduzioni delle scorte da parte dei loro clienti. Non sorprende dunque che questi settori abbiano segnato i cali più marcati in termini di utili.
Tuttavia, siamo convinti che la maggior parte di questa fase di riduzione delle scorte, che ha pesato sui volumi, sia finita e le recenti trimestrali mostrino come molte di queste aziende stiano assistendo a una loro stabilizzazione. Occorre aggiungere che molte aziende cicliche sono scambiate a valutazioni che scontano già uno scenario di grave recessione, simile a quelli delle ultime fasi di contrazione dell’economia.
Quindi, anche se queste aziende sono state le prime a subire le conseguenze del rallentamento economico, non bisogna dimenticare che, secondo le nostre analisi, saranno anche le prime ad approfittare di una ripresa degli indicatori economici. Investire in questa fase in società cicliche richiede quindi un’attenzione particolare alla qualità dei loro bilanci, che permetta loro di attraversare senza troppi scossoni una fase di rallentamento più o meno lunga dell’economia.
Ancora prudenti sulle azioni ma con una preferenza per le società europee di qualità
In questo contesto, aumentiamo leggermente l’esposizione alle azioni nella zona europea, sia ad alcuni titoli a sconto sia a quelli “growth” più redditizi. La stabilizzazione dei tassi d’interesse sosterrà questi ultimi, benchè il grosso del “rerating” (ampliamento del coefficiente prezzo/utile) sia già avvenuto. La traiettoria degli utili sarà quindi il parametro chiave della sovra o sottoperformance dei prossimi mesi.
Anche se il ciclo macroeconomico appare incerto, questi periodi offrono numerose opportunità agli investitori capaci di trascurare il frastuono congiunturale e di privilegiare il lungo termine. In ultima analisi, è ora di smettere di opporre i titoli cosiddetti “growth” a quelli cosiddetti “value. Su entrambi i fronti è possibile trovare società di qualità, come dimostrano le performance relative per il 2023 in Europa, che alla fine sono abbastanza simili. In questo contesto restiamo convinti che, nel 2024 come quest’anno, la differenza la farà la performance generata attraverso la selezione dei titoli migliori.