Asset allocation: l’outlook di Kairos per il 1° trimestre 2024

Il market outlook per il primo trimestre 2024, che raccoglie la view dei gestori di Kairos sull’andamento delle principali asset class e sui più importanti trend d’investimento, evidenzia come il 2023 si stia concludendo con un quadro economico a tinte chiaro-scure, mentre il 2024 si prospetta come un anno di sfide e opportunità per i mercati finanziari.

In questo contesto, secondo gli esperti di Kairos, è importante mantenere un portafoglio diversificato con un approccio flessibile e tattico, investendo nella parte bassa e intermedia dei bond governativi o nei corporate di alta qualità.

Sull’azionario meglio concentrarsi su titoli quality/growth, anche su nomi a piccola media capitalizzazione ma dalle trimestrali solide.

Guido Maria Brera, Chief Investment Officer di Kairos Partners SGR, sottolinea: “Per i primi mesi del prossimo anno è difficile prevedere un movimento positivo dei mercati considerando le condizioni economiche. Un dollaro più debole, il taglio dei tassi e un mercato che incrementalmente potrebbe prezzare una recessione creerebbero delle dinamiche che potrebbero portare a uno squeeze al rialzo nella seconda parte dell’anno. Discorso diverso per le materie preziose, con oro e argento che potrebbero anche vedere i massimi di sempre in caso di hard landing o situazioni di tensione sui debiti governativi”.

Alessandro Fugnoli, strategist di Kairos Partners SGR ha aggiunto: “Questo scenario di crescita quasi invariata, ma con inflazione e tassi più bassi, il rialzo di bond e azioni dovrebbe proseguire. Nell’obbligazionario il rapporto migliore tra rischio e rendimento rimane nella parte tra i due e i cinque anni. Nell’azionario dovremmo invece finalmente vedere un rialzo più corale di quello, circoscritto soprattutto ai titoli di crescita, che ha caratterizzato il 2023”.

Per quanto riguarda l’asset allocation, la view di Pio Benetti, responsabile del servizio di Gestione Patrimoniale e Consulenza di Kairos Partners SGR, ha affermato: “Il peso azionario dev’essere significativo, ma con margine d’intervento in un senso o nell’altro in caso di strappi al rialzo o di storni di discreta entità. I nomi noti della tecnologia americana potrebbero temporaneamente perdere la guida del mercato, lasciando spazio alle società di più piccola capitalizzazione negli stessi settori, così come alle società nei settori più beneficiati dal prossimo trend dei tassi (in primis utilities, ma anche healthcare). La componente obbligazionaria rimane lo zoccolo duro del portafoglio, con una concentrazione sulle medie scadenze privilegiando il credito e anche, dopo diverso tempo, gli emergenti. Il dollaro rimane a nostro modo di vedere più una fonte di rischio e preferiamo coprirlo ove possibile, lasciando piuttosto aperta una significativa esposizione allo Yen”.

A detta poi di Rocco Bove (esperto di bond di Kairos): “Sul segmento obbligazionario appare opportuno un posizionamento che tenda ad allungare l’esposizione di duration, passando da scadenze brevi (2-5 anni) a scadenze intermedie (5-7 anni), prestando però attenzione a quelle molto più lunghe.Anche a livello di qualità di credito ci si potrà concedere qualche libertà in più, tornando a guardare con interesse il mondo dei mercati emergenti sia in valuta forte che in quella locale e anche al mondo crossover e delle emissioni BB corporate”.

Proseguendo, per Riccardo Valeri (ESG): “Sta esponenzialmente maturando la consapevolezza circa la necessità di investire in infrastrutture sostenibili, che includono edifici green, sistemi di trasporto ecocompatibili e progetti urbani ad alta efficienza energetica. […] Anche le obbligazioni verdi, i c.d. green bond, continuano ad offrire vie di finanziamento dirette per progetti sostenibili”.

Ancora, secondo Alberto Tocchio (equity Europa): “Crediamo che almeno inizialmente le prospettive per il 2024 debbano tornare a essere prudenti, vista la contrazione macroeconomica, sia nel settore dei servizi sia in quello manifatturiero che, in particolare, in Francia e in Germania risultano sotto la media europea. Decisamente in calo anche la domanda dei consumatori che, a differenza di quanto visto negli ultimi anni, privilegia maggiormente beni e servizi essenziali. Un messaggio di prudenza ci arriva anche dalle recenti trimestrali che mostrano in generale dati di vendite e margini sotto pressione superiori agli ultimi mesi, ma soprattutto una crescente difficoltà nel dare una guidance positiva”.

Per Oriana Bastianelli (Transport & Infrastructures): “Il tema della semplificazione dei business model e snellimento dei perimetri aziendali (anche per rientrare da indebitamenti in taluni casi elevati) sarà fondamentale e riguarderà sia alcune utilities sia alcune società operanti nel mondo delle infrastrutture per le telecomunicazioni. Uno scenario di tassi più stabili o addirittura in riduzione supporterà inoltre l’attività di M&A”

Massimo Trabattoni (azionario Italia) afferma: “Il momentum delle banche italiane è destinato a rimanere positivo (anche se marginalmente sempre meno) ancora per qualche mese, perché la remunerazione sui depositi italiani è ancora significativamente più bassa rispetto a quella degli altri istituti bancari europei, offrendo così ancora dell’upside sul margine d’interesse.Tuttavia, in uno scenario di tassi non più in salita ma stabili o addirittura in discesa, ci aspettiamo che nel medio termine la preferenza del mercato si sposti verso titoli con un profilo più quality/growth (in settori come tecnologia o utilities) che hanno sofferto il recente ciclo di rialzo tassi, ma potrebbero vedere accenni di ripresa già nei primi mesi del 2024 se le aspettative del mercato propendessero per una stabilizzazione del livello dei tassi di interesse o addirittura per un loro taglio.

Proseguendo, ecco poi l’opinione di Riccardo Quagliotti (disruptive technologies): “Se il 2023 è servito per fare apprezzare ai mercati finanziari il tema dell’Intelligenza Artificiale nella sua costruzione fatta di modelli complessi e di semiconduttori ultraperformanti necessari al suo funzionamento, il 2024 parte invece con una promessa altrettanto ambiziosa: avvicinare l’AI non solo al mondo corporate, incuriosito dalle sue potenziali innumerevoli applicazioni, ma anche e soprattutto ai consumatori”.

Infine, Mario Unali (alternatives): “Un contesto ricco di opportunità nella parte più liquida del mercato, che le strategie alternative dovrebbero essere in grado di cogliere grazie a un approccio attivo anche nelle nicchie meno esplorate dei mercati sviluppati ed emergenti”.

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