Asset allocation: la view di Frame AM

“Il pericolo principale del ciclo economico americano è che il rallentamento della crescita dei salari e del lavoro con un tasso di risparmio già sui minimi possono risultare in un indebolimento della domanda tale da deludere le aspettative per la crescita del PIL americano per il resto del 2024 le quali ad oggi risultano piuttosto elevate”. L’avvertimento arriva da Livio Spadaro, senior portfolio manager di Frame AM, che di seguito illustra nei particolari la propria visione in ottica di investimento.

Discorso simile riguarda la crescita degli utili delle aziende americane il cui outlook risulta forse troppo ottimistico nonostante la buona prova del primo trimestre (le stime bottom-up di EPS sono per un +17% a/a entro la fine del trimestre). La Fed avrà l’arduo compito di ridurre le pressioni inflazionistiche che persistono in quanto la crescita salariale e della spesa privata potrebbero non essere abbastanza deboli da poterle ridurre. Il pericolo principale resta quindi la caduta in una stagflazione per l’economia Usa visto che le sorprese negative dell’economia e dell’inflazione sembrano indicare questa possibilità.

Piu’ in generale il tema inflazione continua ad essere una preoccupazione per gli eccessi di spesa fiscale che risultano essere troppo stimolanti per le economie globali.

L’aggiunta dei dazi del presidente Biden alla Cina sono anch’essi fonte di pressione sui prezzi al consumo cosi come il rialzo dei corsi delle materie prime, tornati ai massimi di 1 anno.

E nonostante questo rialzo rispetto allo S&P500 le Commodities restano vicine ai minimi di prezzo relativamente all’indice americano.

Allo stato attuale si puo’ affermare che molte delle economie occidentali siano tornate in una sorta di Goldilock economy perchè la crescita economica è moderata e l’inflazione resta per il momento su livelli tollerabili, la combinazione di queste non permettono ai rendimenti di lungo termine di salire ulteriormente (nè di scendere) e dall’altro lato all’azionario di non vedere deluse le aspettative (finchè esse non sono troppo eccessive).

La determinante resta la Federal Reserve il cui ruolo è stato significativamente piu’ attivo nel sostenere i mercati finanziari, la tendenza del « Buy the Dip » si è rafforzata negli ultimi 2 decenni grazie al supporto delle banche centrali (della Fed in particolare) nel mantenere la necessaria liquidità sui mercati. Pertanto, finchè gli istituti centrali resteranno supportivi per i mercati finanziari è difficile che all’orizzonte vi sia un brusco calo dei prezzi. Tuttavia, un aumento generalizzato dei prezzi dei titoli in un contesto come quello attuale è difficile che avvenga, gli investitori stanno tendendo a scremare le opportunità diversamente che negli ultimi anni.

Asset allocation

Dato il contesto, per quel che riguarda l’azionario la preferenza è per il Value rispetto al Growth con settori anti-ciclici che possono offrire spunti a rialzo.

Sull’obbligazionario, invece, la preferenza resta sempre per i titoli a corta scadenza ove vi è maggior rendimento senza assumersi rischi di Duration essendo ancora prematuro.

Geograficamente i titoli obbligazionari dei Paesi emergenti sono appetibili visto il carry offerto, anche dal punto di vista azionario Paesi come la Cina o l’India restano nello spettro d’interesse mentre in Europa i titoli dei Paesi periferici dovrebbero continuare la sovraperformance rispetto ai Core (anche per motivi politici).

Le Commodities potrebbero continuare a performare positivamente soprattutto alcune ove vi è uno sbilancio tra domanda e offerta (ad esempio : Argento e Uranio) mentre dal punto di vista delle strategie quelle direzionali tematiche azionarie possono apportare alpha al portafoglio cosi come quelle obbligazionarie corto termine o flessibili.

Strategie multi-asset possono aiutare la diversificazione di portafoglio, in un contesto come quello attuale sono utili per generare rendimento mantenendo un profilo di rischio non troppo elevato.

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