I “tassi più alti per un periodo più lungo” hanno di fatto ripristinato il reddito in una gamma di obbligazioni statunitensi: i rendimenti totali offerti nel credito (investment grade, titoli garantiti da ipoteca e high yield) offrono agli investitori a lungo termine rendimenti relativamente interessanti rispetto al rischio, soprattutto nelle obbligazioni a breve termine“. A farlo notare è Antonio Tognoli, responsabile macro analisi e comunicazione di Cfo Sim, che di seguito illustra nei particolari la propria view sull’asset class dei bond.
Oggi è un mondo diverso per gli investimenti a reddito fisso rispetto al periodo pre-pandemia. Dopo una serie storica di aumenti dei tassi delle banche centrali, l’86% degli asset a reddito fisso globali ora rende il 4% o più, rispetto a meno del 20% nel decennio che ha preceduto la pandemia. Ciò significa che gli investitori a lungo termine non hanno più bisogno di assumersi rischi aggiuntivi per generare un reddito solido. E le aziende statunitensi si stanno dimostrando resilienti a tassi più elevati.
Secondo i dati di Bloomberg, le aziende statunitensi investment grade hanno meno del 10% di debito in essere in scadenza ogni anno fino al 2030. Non vediamo quindi un muro di scadenze in vista che potrebbe sollevare dubbi sulle aziende che rifinanziano a tassi più elevati. Molte aziende hanno approfittato dei bassi tassi all’inizio della pandemia, convertendo il debito a breve termine in quello a lungo termine. Di conseguenza, i pagamenti degli interessi netti delle aziende statunitensi sono crollati anche dopo i bruschi aumenti dei tassi.
Mentre il reddito totale offerto è interessante per gli investitori a reddito fisso, rimaniamo invece selettivi nel credito. Gli spread si sono ristretti, in gran parte a causa della forte domanda rispetto all’offerta e dei bilanci aziendali resilienti. Gli spread per le società statunitensi investment grade sono vicini ai loro livelli più stretti degli ultimi due decenni, il che propende per rimanere sottopesati.
Nel credito, preferiamo il reddito da obbligazioni a breve e medio termine che riteniamo compensino gli investitori per l’assunzione del rischio. Saremmo invece neutrali nel credito ad alto rendimento a livello globale sia su un orizzonte tattico che strategico. Il cuscinetto di reddito rende l’alto rendimento più attraente su una base di rendimento totale rispetto agli investimenti di grado minore.
In termini geografici, preferiamo il credito europeo a lungo termine rispetto agli Stati Uniti: gli spread in Europa non sono così stretti come quelli degli Stati Uniti o alla loro stessa storia. Ovviamente stiamo tenendo d’occhio le elezioni parlamentari francesi in vista del secondo turno del 7 luglio, considerato che la Francia rappresenta quasi il 20% dell’universo obbligazionario aziendale europeo.
In un contesto di portafoglio, preferiremmo assumerci il rischio in azioni, dove i rendimenti attesi sono più interessanti, rispetto al credito su un orizzonte tattico di sei-dodici mesi. Crediamo inoltre che si opportuno mantenere una posizione sovrappesata sulle azioni e sul tema dell’intelligenza artificiale in generale.
Su orizzonti strategici di cinque anni e oltre, preferiamo il credito privato a quello pubblico, anche se i tassi di insolvenza sui prestiti diretti negli Stati Uniti sono aumentati (secondo i dati di Lincoln International). Le insolvenze potrebbero essere ancora più elevate se non ci fosse la flessibilità dei finanziatori sulle aziende che violano i contratti di credito. Questo fattore rientra comunque nelle ipotesi di insolvenza per il credito privato. Tuttavia, anche dopo aver tenuto conto di queste potenziali perdite, il nostro giudizio rimane positivo, visto che al momento le insolvenze sono ancora relativamente limitate.
Il credito privato dovrebbe anche svolgere un ruolo chiave nel futuro della finanza: vediamo infatti un crescente appetito per i prestiti non bancari che guida una domanda costante di credito privato. I mercati privati sono tuttavia complessi, con un rischio e una volatilità elevati e non sono adatti a tutti gli investitori.