Bankitalia dovrebbe vendere parte delle riserve in oro?

Vender riserve in oro per sostenere la crescita?

Il governo adocchia le riserve aurifere e subito riprende a circolare la voce che possano essere utilizzate in parte per compensare un eventuale sbilanciamento dei rapporti deficit/Pil e debito/Pil rispetto a quanto ipotizzato in sede di Documento economico finanziario e Legge di bilancio 2019 a causa di una crescita in frenata che per la Commissione Ue potrebbe a fine anno non superare lo 0,2% (e non l’1,5% alla base dei calcoli del governo italiano). Ma quanto valgono le riserve di oro fino detenute dalla Banca d’Italia?

Italia quarto maggior tesaurizzatore mondiale

Quando nel 1893 nacque l’istituto centrale italiano le sue riserve auree erano pari a 78 tonnellate di oro fino: da allora le riserve auree italiane sono arrivate a 2.452 tonnellate, oltre alle 141 tonnellate conferite alla Bce a inizio 1999 con la nascita dell’Unione monetaria europea e dell’euro. Un quantitativo che rende la Banca d’Italia il quarto maggior “tesaurizzatore” d’oro la mondo dopo la Federal Reserve, la Bundebank e il Fondo monetario internazionale.

Numerosi problemi per procedere a vendita

Al netto dei problemi giuridici e politici (dal 1981 Banca d’Italia è “divorziata” e indipendente dal Tesoro e dopo la sottoscrizione del Trattato di Maastricht spetta alla Bce, di cui Banca d’Italia è il terzo maggior azionista, “detenere e gestire le riserve ufficiali in valuta estera degli stati membri” come recita l’articolo 105 del trattato stesso), quanto servirebbe per evitare che possano eventualmente scattare le clausole di garanzia previste per il prossimo anno per complessivi 23 miliardi di euro, in gran parte legati ad aumenti dell’Iva?

Garanzia aurifera rimarrebbe in linea col costo del debito

Ai prezzi di mercato attuali di circa 1.307 dollari l’oncia (ossia 42 euro al grammo) si dovrebbero vendere 500 tonnellate o più, mentre resterebbero tra 1.900 e 1.950 tonnellate d’oro (per un valore di circa 82 miliardi di euro) nei forzieri di Via Nazionale. Considerando che a fine novembre il debito pubblico italiano aveva raggiunto i 2.345,3 miliardi, ciò equivarrebbe ad una “garanzia aurifera” pari a circa il 3,5%-4%, per ora allineata al costo del debito (attorno al 3,8%). Ma che succederebbe se i tassi tornassero a salire?

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