Alitalia, si ipotizza un miliardo di capitale
Ferrovie dello Stato sta valutando assieme a Delta e EasyJet le esigenze finanziarie della “nuova” (per l’ennesima volta) Alitalia che emergerà dopo il secondo fallimento nell’arco dell’ultimo decennio. All’esame, secondo fonti citate dall’agenzia Bloomberg, l’ipotesi di un conferimento capitale per un miliardo di euro complessivo.
A Delta e EasyJet il 40% del capitale
Delta e EasyJet potrebbero detenere una quota nel complesso pari al 40% della società, mentre il 60% verrebbe suddiviso tra varie società che fanno riferimento al Tesoro italiano, con Ferrovie dello Stato che potrebbero risultare socie al 30%, Poste Italiane (oggi in calo dello 0,7% a Piazza Affari) che potrebbe avere tra il 5% e il 15% e il Tesoro stesso che potrebbe accollarsi tra il 15% e il 25%. In questa “nuova” Alitalia verrebbero mantenuti i beni ma non il debito che resterebbe accollato all’ennesima “bad bank” nella storia dell’ex compagnia di bandiera italiana.
Formalizzazione possibile entro fine mese
Per il momento gli interessati non hanno voluto commentare l’indiscrezione, ma la vicenda si dovrebbe concludere a breve, visto che lo scorporo degli asset societari tra la bad bank e la nuova compagnia e la successiva ricapitalizzazione della stessa potrebbe essere formalizzata già a fine mese. Per molti sarebbe l’ultima possibilità per evitare la liquidazione definitiva di Alitalia, dopo che la compagnia non ha saputo o potuto prendere parte al processo di consolidamento che ha coinvolto in questi anni Air France-Klm, Lufthansa e British Airways.
Gestione commissariale migliora i conti
Tra i pochi segnali confortanti, vi è il risultato della gestione commissariale di Alitalia che avrebbe secondo le ultime indiscrezioni ridotto a poco più di 154 milioni di euro la perdita nell’intero 2018, dopo un primo semestre chiuso in perdita per 315 milioni, segno che l’incremento del traffico passeggeri trainato dalla crescita delle tratte a lungo raggio ha effettivamente giovato al bilancio dell’aerolinea. Peccato che tale segnale giunga dopo quasi 30 anni di bilanci chiusi in rosso ed oltre 7 miliardi di euro di capitale bruciati complessivamente.