Il cigno nero è arrivato, quali sono le sue caratteristiche?

Taleb e il cigno nero

Si parla frequentemente in questi giorni di “cigno nero”, ma sapete a cosa ci si riferisce? Secondo l’ex treder e matematico-finanziario Nassim Nicholas Taleb (autore del libro “Il cigno nero – come l’imprevedibile governa la nostra vita”), di tratta di un evento imprevisto e imprevedibile che provoca tracolli improvvisi sui mercati finanziari. In realtà sebbene a Taleb si debba la riscoperta e la recente fortuna del termine, la sua origine è ben più antica.

Giovenale fu il primo a parlarne

Fu infatti l’autore latino Giovenale a coniare la frase “un uccello raro a questo mondo è davvero simile a un cigno nero” (“rara avis in terris nigroque simillima gygno”), poi utilizzata più volte nei secoli successivi per descrivere eventi rarissimi, visto che di cigni neri non se n’erano mai visti sinché nell’Ottocento non fu scoperto il Chenopis Atrata, appunto un cigno totalmente nero che vive in Australia e Nuova Zelanda:

Premesse errate portano a conclusioni errate

Taleb ha pertanto riutilizzato la figura del cigno nero per spiegare i limiti del ragionamento induttivo e di quello deduttivo, dato che in entrambi i casi le conclusioni dipendono fortemente dalla premesse (e se queste sono errate anche le convinzioni che si ricaveranno potranno essere non corrette). Come riconoscere un “cigno nero”?

Le caratteristiche del cigno nero

Per Taleb deve avere tre caratteristiche: avere una bassissima probabilità di realizzarsi; avere un grandissimo impatto sui mercati; essere quasi sempre “spiegato” a posteriori da “esperti” che ex ante pontificavano sulla validità delle proprie assunzioni (non prevedendo l’arrivo del “cigno nero”). La pandemia da coronavirus e il suo impatto sui mercati sembra avere tutte e tre le caratteristiche di cui sopra, per cui possiamo dire che siamo in presenza di un cigno nero.

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