Lotta al coronavirus: tutte le strategie allo studio della Ue

Eurogruppo, le richieste dell’Italia

L’ora delle risposte sta per arrivare. Domani si riunisce nuovamente l’Eurogruppo a cui l’Italia ha chiesto di ragionare su misure “straordinarie”, ossia su aiuti non condizionati da fornire ai paesi più colpiti dalla pandemia di coronavirus (che nel frattempo sta crescendo anche in paesi che fino a qualche giorno fa pensavano di poter evitare lockdown e misure straordinarie come Gran Bretagna o Svezia). Se il buongiorno si vede dal mattino, sarà difficile però che si arrivi al sospirato (almeno in Italia) via libera a emissioni di “coronabond” che mutualizzino il debito che sarà contratto per far fronte all’emergenza, stante le resistenze dei “virtuosi del Nord” come Olanda e Germania.

Goldman Sachs: quattro ipotesi sul tavolo

Gli analisi di Goldman Sachs in una nota segnalano come verosimilmente l’attenzione “si concentrerà probabilmente su misure che si basano su una mutualizzazione parziale (basata su garanzie nazionali) attraverso l’attivazione di strumenti esistenti”. Quattro sono le alternative sul tavolo, spiegano gli esperti americani. La prima è un accesso più facile ai prestiti del Mes, che elimini le condizioni ex-ante sostituendo il memorandum d’intesa attualmente previsto con una semplice lettera di richiesta di finanziamenti e con un allungamento dei termini dei prestiti da 1 a 5 anni. Tutti i paesi membri Ue avrebbero accesso a finanziamenti fino al 2% del proprio Pil, da attivare a propria discrezione. In tutto si tratterebbe di un massimo di 240 miliardi di euro (sui 410 miliardi dell’attuale capacità di finanziamento del Mes).

Bce più finanziamenti Mes o garanzie Bei

La vera potenza di fuoco di questa opzione, spiegano gli analisti, è che i finanziamenti del Mes sono la precondizione per l’attivazione del programma di Transazioni monetarie definitive con cui la Bce potrebbe effettuare acquisti potenzialmente illimitati di titoli di stato dei paesi interessati. La seconda alternativa è una crescita dei prestiti Bei come avvenne già nel 2009. Finora la Bei ha fornito garanzie ai prestiti alle Pmi erogati dalle banche commerciali, la proposta all’esame è di aumentare di 50 miliardi le garanzie che la Bei potrà fornire, per attivare così un volume di prestiti di 200 miliardi, eventualmente ricorrendo alla Bce per rifinanziare la Bei se dovessero aumentare i costi di rifinanziamento di quest’ultima.

Sussidi europei contro la disoccupazione

La terza opzione è dare vita a un regime europeo di sussidi contro la disoccupazione, per sostenere per qualche tempo il costo del lavoro a breve termine nei paesi Ue più colpiti dal coronavirus. La Commissione Ue spinge da tempo per questo obiettivo, al fine di istituire un fondo europeo di stabilizzazione in grado di dare sostegno a quei governi che non siano in grado di fare affidamento sulle proprie risorse. Fonda non confondersi col Sure come ha precisato Ursula Von der Leyen la scorsa settimana.

Fondo temporeaneo di solidarietà

La quarta e ultima opzione secondo Goldman Sachs è un fondo temporaneo (di durata tra 5 e 10 anni) di solidarietà (o salvataggio) per promuovere gli investimenti e la ricostruzione di settori indeboliti, compreso il settore medico. Il fondo, proposto dal ministro francese dell’Economia Bruno Le Maire sarebbe distinto dal bilancio comunitario ma condividerebbe gli obiettivi strategici della politica industriale europea (difesi dal commissario europeo Thierry Breton). Si tratta, avvertono gli uomini di Goldman Sachs, della proposta attualmente “meno avanzata, in quanto non vi è alcuna indicazione delle dimensioni né del finanziamento di tale meccanismo”, potendosi al più supporre che “questo fondo possa fare affidamento su un veicolo speciale di riferimento, come quelli che alcuni paesi Ue hanno utilizzato in passato”.

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