Piano Marshall Ue: Madrid alza la posta, serve fondo da 1,5 trilioni di euro

Spagna propone fondo per ripresa da 1,5 trilioni di euro

Anche il governo spagnolo avanza la sua proposta per il “dopo pandemia”, anzitutto chiarendo che la Spagna resterà saldamente ancorata nella Ue, poi preparandosi a chiedere nel prossimo incontro dell’Eurogruppo del 23 aprile il varo di un “piano Marshall” europeo per i prossimi anni. Lo sostiene il quotidiano El Pais secondo cui il premier Pedro Sanchez “ha deciso di giocare duro al prossimo vertice, giovedì”. Sanchez, spiega El Pais, “ha una posizione ambiziosa che è riassunta in un documento in cui propone un grande fondo fino a 1,5 trilioni di euro, finanziato con debito perpetuo, che sarebbe distribuito come trasferimenti – e non debito – tra i paesi più colpiti dalla crisi”, a partire proprio da Spagna e Italia.

Fondo finanziato con titoli irridemibili

La Spagna, secondo il quotidiano, cerca di ottenere “molta più rilevanza” restando sulla linea concordata con Italia e Francia contro i falchi del Nord come Olanda e Germania, ma “offrendo una soluzione intermedia e, soprattutto, che possa essere letta come un compromesso”. Con la Merkel che continua a ribadire “che non accetterà alcun tipo di coronabond”, Madrid proverà ad aggirare il problema “proponendo un grande fondo che possa essere collegato al bilancio della Ue, un’idea simile a quella della Francia e che la Germania può accettare perché non comporterebbe modifiche legali che comportano votazioni complesse al Parlamento tedesco e possibili ricorsi dinanzi alla Corte Costituzionale di quel paese”.

Nessun prestito ma trasferimenti diretti

Il fondo proposto da Madrid da 1.500 miliardi di euro avrebbe “praticamente la dimensione dell’economia italiana e triplicherebbe l’importo concordato nell’Eurogruppo, per iniettare denaro nelle economie più colpite”. Tale fondo per la ripresa “eviterebbe il massiccio indebitamento dei paesi del Sud” Europa e e aiuterebbe a far recuperare le loro economie. “Non presterebbe denaro ai paesi, come nei salvataggi della Grande Recessione, ma effettuerebbe trasferimenti diretti limitati alla durata della crisi”.

Bond perpetui emessi in base a influenza coronavirus

Ancora più importante, “l’importo di questi trasferimenti – non rimborsabili – non sarebbe legato al reddito dei paesi, ma a come il coronavirus li influenza”, in base a criteri quali la percentuale di popolazione colpita, la riduzione del Pil o l’aumento della disoccupazione. Quello che El Pais non azzarda a dire è se in caso di via libera il fondo potrà essere attivabile immediatamente o rischierà come quello proposto dalla Francia di non essere disponibile prima di un anno.

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