Palestre in crisi da Covid-19: Gold’s Gym va al concordato

Palestre: Gold’s Gym chiede il Chapter 11

Mentre in Italia le palestre e i centri benessere restano chiusi almeno in questa primo avvio della fase 2, destinato a durare dal 4 al 18 maggio, col ministro per le politiche giovanili e lo sport, Vincenzo Spadafora, che ha auspicato di poterle riaprire insieme a piscine, centri danza e circoli sportivi da tale data, negli Stati Uniti Gold’s Gym, nota fin dagli anni Settanta come “la Mecca dei bodybuilder”, ha attivato la procedura di Chapter 11 del codice di bancarotta.

La Mecca dei bodybuilder si riorganizza

Originariamente aperta nel 1965 a Venice Beach da Joe Gold, la catena ormai vanta oltre 700 palestre e 3 milioni di iscritti in 25 nazioni, avendo avuto tra i suoi frequentatori anche l’attore ed ex governatore della California, Arnold Schwarzenegger e l’ex culturista Dave Draper. Il Chapter 11 è nella sostanza equivalente alla procedura di concordato preventivo della legislazione italiana ed è finalizzato alla soluzione di una crisi aziendale attraverso un piano di riorganizzazione delle attività.

Zeitsiff: non stiamo fallendo, il brand è forte

“Voglio essere chiaro al 100%, Gold’s Gym non sta fallendo” ha ribadito il presidente e Ceo Adam Zeitsiff, aggiungendo: “il brand è forte, e continueremo a innovare e a far crescere le nostre attività digitali, il nostro programma di licenze e il nostro programma di espansione globale”. La speranza di Zeitsiff è che Gold’s Gym, che come tutte le palestre al mondo al momento vede i suoi impianti chiusi per l’emergenza Covid-19, è di riemergere dal Chapter 11 entro il primo agosto prossimo. Zeitsiff ha infine ricordato che la procedura riguarderà soltanto le palestre di proprietà del gruppo, che rappresentano il 10% di tutte le palestre che fanno parte della rete di centri fitness.

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