Turismo: l’Europa va a due velocità, Italia resta off-limits

Canada prolunga chiusure frontiere

La voglia di “ripartenza” è palpabile in Italia come in tutti gli altri paesi al mondo colpiti dalla pandemia di Covid-19, ma il conto delle vittime non accenna a calare ed induce molti paesi a frenare sul possibile allentamento delle misure straordinarie prese nelle scorse settimane. Quando nel mondo i contagiati hanno già superato i 4,83 milioni e il numero di vittime si avvicina a 320 mila, di cui circa 90.500 nei soli Stati Uniti (dove sono oltre 1,5 milioni i contagi), il Canada ha deciso di estendere sino al 21 giugno la chiusura delle sue frontiere.

Austria auspica riapertura, ma selettiva

Lo ha annunciato il premier canadese Justin Trudeau ricordando che la misura, da cui sono esentati solo trasporti e viaggi “essenziali” tra Canada e Stati Uniti, è in vigore dal 20 marzo scorso e avrebbe dovuto terminare alla mezzanotte odierna. Dall’altra parte dell’oceano c’è però chi prova ad accelerare il passo. Il ministro degli esteri austriaco Alexander Schallenberg, che nelle scorse settimane aveva esortato i propri cittadini a evitare paesi con un elevato numero di contagiati (come Italia e Spagna), si è detto impegnato a cercare di “tornare alla totale libertà di movimento, come prima del coronavirus”.

Europa a due velocità penalizzerà turismo italiano

Ma non con tutti: solo con alcuni stati confinanti e in particolare Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria (storicamente nell’orbita del defunto impero austro-ungarico). Schallenberg punta a riaprire le frontiere per metà giugno, imitando il governo tedesco che ha già fatto sapere di essere pronto a riaprire le frontiere coi paesi del “Patto di Visengrad” (Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria e Polonia) non appena le condizioni sanitarie lo permetteranno. L’Europa a due velocità, almeno per quanto riguarda il turismo, si sta già concretizzando e il settore turistico italiano rischia di essere una delle prime vittime.

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