Hertz finisce in amministrazione controllata
Un’altra morde la polvere: tra le aziende che negli Stati Uniti sono dovute ricorrere al “Chapter 11” (sostanzialmente equivalente alla procedura italiana dell’amministrazione controllata e non al fallimento, come a volte qualcuno equivoca) c’è anche il gruppo di autonoleggio Hertz, che ha presentato istanza di protezione dai creditori negli Stati Uniti e in Canada (le attività di Hertz in Europa, Australia e Nuova Zelanda non sono interessate dalla procedura).
Il Covid-19 ha fatto evaporare i ricavi
Hertz ha deciso di ricorrere al Chapter 11 dopo non aver rispettato un termine di pagamento concordato coi suoi creditori. Hertz aveva già mancato il pagamento all’inizio di aprile, ma i creditori avevano concordato di rinviare il pagamento a venerdì scorso. I noleggi auto, come ha fatto notare oggi il Financial Times, dipendono in gran parte dagli aeroporti per i profitti negli Usa e in tutta Europa (mercati che rappresentano i due terzi delle loro attività) e dopo che i numeri dei voli sono crollati a causa dei divieti di viaggio, i gruppi di noleggio hanno visto praticamente azzerarsi i ricavi.
Indebitamento netto salito oltre il 19,5 miliardi