Calcio, le quindici squadre che hanno speso di più dal 2008

L’Italia non ci fa una bella figura. In ogni caso, secondo i dati dell'Osservatorio sul calcio di Ginevra (Cies), che ha pubblicato uno studio relativo ai club che hanno speso di più dal 2008 ad oggi, la differenza tecnica tra grandi e piccole è sempre più marcata. Dallo studio emerge il predominio della squadre inglesi. Ecco la classifica, riportata dal sito Repubblica.it

15. ATLETICO MADRID (273 mln) – La distribuzione del denaro investito sul mercato dal club Campione di Spagna in carica nelle ultime sei stagioni è lo specchio fedele del salto di qualità compiuto dai colchoneros da un triennio a questa parte. Basti pensare che due terzi dell'esborso complessivo, 200 milioni tondi, se ne sono andati in appena due sessioni di mercato, quella terminata venti giorni fa, la più cara di sempre con 119 milioni usciti dalle casse del presidente Cerezo, e quella 2011, dominata dall'arrivo di Arda Turan, pagato 13 milioni al Galatasaray, ma soprattutto dal colpaccio Falcao, acquistato per 47 milioni dal Porto, e rivenduto a 60 due estati più tardi al Monaco. Non a caso, le due sessioni esaminate sono le uniche della storia recente chiuse dall'Atletico con un saldo negativo tra acquisti e cessioni.  Ma con un fondo d'investimento per amico è tutto più facile…

14. NAPOLI (283 mln) – La storia del Napoli è costellata di affari tanto clamorosi quanto costosi, da Jeppson a Savoldi “Mister Miliardo”, ma il calcio moderno ha favorito un salto di qualità ovviamente imparagonabile con quanto accadeva quarant'anni fa.  Così la speranza del presidente De Laurentiis è che lo studio del Cies possa far ricredere quanti sostengono che il proprietario azzurro non ha fatto il massimo per portare il club in pianta stabile nell'élite italiana e europea.  Higuain è stato il colpo più costoso (37 milioni), seguito a sorpresa dal duo Inler-Quagliarella, costati quanto il Pipita (18 milioni a testa).  E se la cifra non bastasse, si può aggiungere che, al netto dell'aumento esponenziale del monte ingaggi dal 2008 ad oggi, sei sessioni di mercato su sette sono state chiuse in passivo, eccezion fatta per quella del 2012, “illuminata” dalla super-plusvalenza per Lavezzi.

13. ROMA (288 mln) -Non si scopre certo l'acqua calda nel sottolineare come la svolta della storia recente del club giallorosso sia coincisa con il passaggio di proprietà dalla famiglia Sensi agli americani.  A suffragare la realtà sono i numeri del mercato, che rivelano come quasi 2/3 di quanto immesso sul mercato a Trigoria dal 2008 ad oggi (240 milioni) sia datato post 2011.  Le ultime tre campagne acquisti della precedente proprietà, infatti, avevano visto un'esposizione giocoforza limitata, e progressivamente ridotta nel tempo: appena 45 milioni nelle ultime tre estati, figlie della necessità di contenere l'indebitamento.  L'avvento degli zii d'America ha fatto lievitare incassi e fatturato attraverso una politica di mercato aggressiva, ma non vanno trascurate le massicce campagne cessioni, che hanno fatto incassare qualcosa come 200 milioni.  In quattro anni i conti sono in rosso, ma se arrivasse lo scudetto…

12. INTER (291 mln) – I dati sui movimenti di mercato recenti dell'Inter sono parzialmente contraddittori, e sorprendenti.  Perché se è vero che il rispetto dei paletti del Fair Play Uefa ha imposto una politica di contenimento dei costi, l'esposizione sul mercato nei tre anni precedenti l'avvento di Erick Thohir hanno fatto segnare qualcosa come 150 milioni investiti.  A cambiare allora sono stati gli incassi, visto che i 110 milioni ricavati dalle cessioni tra il 2011 e il 2013 rappresentano un record per la gestione dell'ex presidente.  Come spesso accaduto, non tutti gli affari sono andati a buon fine: dai 36 milioni per la coppia Ranocchia-Pazzini, scelte obbligate di gennaio dopo l'immobilismo post-Triplete, ai 12 per Alvaro Pereira.  Ecco spiegato perché l'estate appena conclusa è stata all'insegna dell'austherity.

11. BAYERN MONACO (307 mln) – Con la squadra dominatrice del calcio, e del mercato, tedesco, si entra nel ristretto novero di club virtuosi, capaci di spendere di tutto e di più grazie a entrate da paura e, nel caso dei bavaresi, anche a bilanci impeccabili. Così la cifra immessa sul mercato dal 2008 a oggi è sì imponente, ma ampiamente ripagata dagli oltre 120 milioni ricavati dalle cessioni, con i colpacci Podolski (10 milioni dal Colonia) e Luiz Gustavo (16 dal Wolfsburg) a figurare come fiori all'occhiello, oltre che dagli incassi tra botteghino, merchandising e diritti televisivi.  Si potrebbe obiettare che tutto ciò ha fruttato solo una vittoria in Champions League su tre finali, ma si sa che i risultati sono volatili.  Piuttosto, si può sottolineare che oltre 100 milioni sono volati via per due giocatori come Javi Martinez, Götze e Benatia, titolari a singhiozzo.  Ma c'è chi può…

10. ARSENAL (316 mln) – Se la vittoria nell'ultima FA Cup ha fatto risbocciare l'amore dei tifosi dei Gunners per Arsene Wenger, i nodi vengono al pettine scorrendo le cifre, e i nomi, di quanto investito dal 2008 ad oggi.  Tra le top 15 dei club in questione, infatti, l'Arsenal è il club che ha vinto meno.  Un motivo però c'è, e si chiama proprio Emirates: la costruzione del nuovo stadio, avviata nel 2004, ha infatti costretto il club a un profondo indebitamento, al punto che tre delle ultime sette sessioni di mercato sono state chiuse con il segno più tra acquisti e cessioni.  Ma ora che il “chiodo” è stato quasi saldato, si può quasi tornare a sognare: i 100 milioni messi in circuito nell'ultima estate infatti non hanno precedenti nell'era Wenger.Bisogna vincere.  O almeno andarci molto più vicino rispetto a quanto successo nelle ultime stagioni.

9. JUVENTUS (365 mln) – Prima anche qui.  I bianconeri sono la squadra italiana che ha investito di più nelle ultime quattordici sessioni di calciomercato, spalmate ovviamente su sette stagioni calcistiche.  Un dato che avvalora il ciclo vincente che la società ha aperto dal 2011, e al quale si contrappone quello ben più modesto relativo ai milioni incassati, “appena” 160.  Il saldo è quindi in passivo di 200 milioni, al netto del monte ingaggi.  Merito del doppio aumento di capitale effettuato dall'avvento del presidente Agnelli, ma è doveroso rimarcare il low cost del gruppo dei tri-Campioni.  Se il più costoso è stato Asamoah (18 milioni), esaltante è il pensiero che il quadrilatero Pogba-Vidal-Pirlo-Llorente-Tevez è venuto a costare appena 20 milioni.  Ecco come vincere e far quadrare i conti.

8. TOTTENHAM (384 mln) -Il conto è in attivo, visto che dal 2008 nelle casse del White Hart Lane sono entrati 388 milioni, e allora l'aver mantenuto in ordine il bilancio è l'unica soddisfazione che si è tolto il patron Levy, visto che i successi inseguiti si sono rivelati chimera.  Resta allora solo una raccolta di figurine: dai 22 milioni per la meteora Bentley (2008 al Blackburrn), ai 20 per Dembelè, fino all' all in dell'estate 2013, quella in cui il bingo legato alla storica cessione di Bale spinse il d.g. Baldini a far scucire alla proprietà 80 milioni per Lamela, Soldado e Paulinho.  Il primo si vede a strappi, il secondo segna solo in Europa, e il terzo non si è ancora ripreso dallo shock Mondiale.  Non è un caso allora che l'estate appena conclusa abbia visto l'inizio della cura dimagrante: appena 40 milioni spesi. Hai visto mai…

7. PSG (414 mln) – La dicotomia è fin troppo evidente. 350 milioni investiti dal 2010 in avanti, il resto mancia nelle stagioni precedenti.  Che l'avvento della proprietà qatariota abbia stravolto la quotidianità e la storia del Psg è fatto noto, così come quello che i risultati d'inizio stagione spingono a pensare che la crisi di rigetto sia già cominciata, figli indiretti del Fair Play Uefa, che dopo tre stagioni di spese folli hanno costretto a una traumatica cura dimagrante.  La sensazione è quella di una società e di un ambiente andato oltre i propri limiti, e che vede la necessità di ridimensionarsi come molto più difficile rispetto a quella che l'ha portata a scalare i record di acquisti.  Perché in sei anni la campagna cessioni ha fruttato appena 60 milioni.  E gran parte dei super-campioni arrivati a Parigi sono sul viale del tramonto. Rischio implosione?

6. MANCHESTER UTD (425 mln) –La cifra rimbomba nella testa di Van Gaal dal giorno del debutto, coinciso con il primo, sinistro ko, in casa contro lo Swansea.  193 milioni investiti sul mercato in una sola estate, anzi di fatto in poche settimane, visto che la maggior parte dei colpi dello United si sono concretizzati nella seconda parte di agosto.  Una cifra che ha esposto la famiglia Glazer a bruciarsi la fortuna rastrellata gra zie alla quotazione in Borsa. Basti pensare che la stessa somma era stata spesa nelle precedenti tre sessioni di mercato, le prime due delle quali guidate d Sir Ferguson, costretto però ad accettare però investimenti ben più modesti, visto che i colpi più costosi si chiamarono De Gea, Van Persie e Kagawa, e che Mata fu il regalo di benvenuto per Moyes.  Solo l'olandese ha soddisfatto appieno. Eppure con Van Gaal non gira più neppure lui…

5. CHELSEA (431 mln) – La distanza dal podio è ancora consistente, ma l'ultimo gradino della top five è occupato da una società che solo un lustro fa avrebbe occupato stabilmente una delle prime tre posizioni, prima che il braccino del patron Abramovich si accorciasse leggermente. Ma neppure troppo, se è vero che questa classifica può smentire il luogo comune secondo cui il magnate russo abbia smesso di investire sul proprio giocattolo preferito.  Basti pensare a quanto successo nel 2013, quando quasi 80 milioni se ne andarono per Willian, Matic e Schürrle, prime pedine del mosaico di Mourinho per dare l'assalto alla Champions.  Come sono lontani i tempi delle vacche magre con Villas-Boas o Di Matteo, quando Abramovich spendeva solo 20 milioni per il pupillo Zhirkov…

4. LIVERPOOL (466 mln) – Più investimenti=più speranze di vittorie. Il calcio europeo si è più volte divertito a smentire questo sillogismo.  Ma ad Anfield evidentemente non conoscono altro mezzo per arrivare a un titolo nazionale mai conquistato da quando esiste la Premier, essendo l'ultimo “scudetto” datato 1990.  Così il Liverpool, pur staccato dal podio, rappresenta il vaso di coccio tra le squadre più spendaccione, vantando una bacheca desolatamente vuota da un lustro.  Eppure a veicolare il messaggio contrario aveva pensato la scorsa stagione, quella che vide Gerrard e compagni vicino alla conquista del titolo come mai negli ultimi 25 anni dopo aver investito “appena” 55 milioni.  Il rilancio è invece passato dall'esposizione-monstre di 155 milioni, cifra neppure avvicinata nell'ultimo decennio.  Da Balotelli a Lallana, da Markovic a Moreno, Rodgers prova l'all in.

3. BARCELLONA (611 mln) – L'abbondante riserva che i blaugrana si sono creati nell'ultimo mercato, in vista del “letargo” forzato imposto dal blocco voluto dalla Fifa, ha permesso ai catalani di strappare un inedito posto sul podio nella classifica dei club “investitori”.  Tale svolta ha infatti cancellato la macrodifferenza rispetto al Real Madrid: da una parte, i blancos spendaccioni, dall'altro i blaugrana, che i giocatori se li sono costruiti in casa nella Masia, oppure anticipando la concorrenza su elementi poi rivenduti a peso d'oro: da Maradona a Ronaldo, fino a Romario.  Ma se quello era un Barça che vinceva solo ogni tanto, la svolta dell'era Guardiola ha equiparato i catalani al resto d'Europa.  Così, con il ciclo degli Xavi in esaurimento, ecco la cifra-record di 157 milioni tra Suarez, Vermaelen, Mathieu e ben due portieri.  Più di quanto speso nei tre anni precedenti…

2. MANCHESTER CITY (733 mln) – 1.5 milioni, 12.5 e 7.5. Sono i dati che esprimono quanto investito dalla dirigenza dei Citizens tra il 2004 e il 2007, ovvero l'ultimo anno prima della svolta epocale che ha investito il calcio europeo.  Il riferimento è all'avvento della proprietà qatariota.  La crescita è stata graduale: nel 2007, anno delle prove generali, gli acquisti illustri si chiamavano Corluka e Rolando Bianchi. Poi è stata la volta di Robinho e Tevez, prima dei calibri chiamati Agüero, Jovetic, Dzeko e Yaya Tourè.  Ma a interrompere il sequel c'ha pensato la Uefa, con il suo Fair Play: le spese pazze sono costate il divieto di spendere più di 60 milioni, e la limitazione da 25 a 21 giocatori della rosa per la Champions.  La proprietà è imparentata con quella del Psg, che ha già manifestato il proprio dissenso verso Platini. Rischio rottura del giocattolo?

1. REAL MADRID (750 mln) – The winner è ancora Florentino Perez. Se la stagione che avrebbe portato alla Décima si era chiusa con un -50 alle voce mercato, nell'anno che dovrà portare a difendere il titolo, ma soprattutto a riportare la Liga a Valdebebas, il presidente blanco si è concesso il lusso di tenersi nel “portafoglio” 40 milioni.  Fin troppo pochi per Carlo Ancelotti, che dopo aver faticosamente trovato il bandolo una volta, si sta alambiccando per cercare di far convivere tutte le stelle madridiste, compreso il vezzo James Rodriguez, terzo acquisto più costoso della storia del club dopo Bale e Ronaldo (più di Zidane!), ma non certo necessario.  Al momento il sacrificato rischia di essere Benzema, costato “appena” 35 milioni nel 2009.  E meno male che non è arrivato Falcao: tanto, almeno in questa classifica, il primo posto è inattaccabile.

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