Le condizioni di Pallotta per lo stadio della Roma

UTILITA’ PUBBLICA – Il patron della Roma, James Pallotta, parlando alla radio ufficiale del club giallorosso e, alla vigilia della delibera di giunta che concederà “l’utilità pubblica” al nuovo stadio, dando l’ok del Campidoglio, aveva definito «ridicola» la questione legata alla proprietà dello stadio separata da quella del club. “A questi livelli – riporta Repubblica.it  – c'è una problematica finanziaria, quindi c'è la proprietà e c'è il club. Sono società diverse ed è l'unico modo attraverso il quale si può finanziare un progetto del genere”.

??I COSTI DELLO STADIO – E poi: “Non ha alcun senso per il gruppo di proprietà vendere lo stadio dopo due anni, sarebbe assurdo. Io voglio rimanere per almeno 20 o 30 anni, a meno che qualcuno non mi butti nel fiume. Questo tipo di accordo per lo stadio è la cosa migliore per la Roma, che attualmente paga 8 milioni di euro all'anno per l'affitto dell'Olimpico. Quando sarà costruito lo stadio i costi scenderanno a 2 milioni, quindi a beneficio del club. Non c'è nessuna speculazione in atto. Stiamo facendo tutto questo per la città, non solo per la squadra”.
 
LE CLAUSOLE –
Il nuovo stadio dunque non sarà proprietà direttamente del club, prosegue Repubblica.it, ma della società statunitense As Roma spv Llc che, attraverso la holding Neep Roma, possiede la squadra. Ed ecco le clausole proposte: joint venture tra As Roma e la holding di Pallotta, diritto di prelazione della società sullo stadio per 30 anni e incassi dell’arena per gli eventi condivisi con il club. Il management della Roma dice no all’intestazione dello stadio alla squadra, e dice anche no alla decadenza dei benefici  con una penale di 160 milioni in caso di vendita

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