I paradossi del lavoro e la discrepanza tra domanda e offerta

POCHE ASSUNZIONI – I primi mesi del 2013 saranno ancora difficili sul fronte dell’occupazione, con le aziende poco propense ad assumere nuovo personale in Italia. Mentre numerosi Paesi in tutto il mondo si trovano a fare i conti, paradossalmente, con una carenza di figure professionali altamente specializzate, nonostante gli elevati livelli di disoccupazione. Secondo una recente analisi realizzata da ManpowerGroup su mille datori di lavoro di imprese con sede in Italia, solo il 6% dei datori di lavoro ha dichiarato che incrementerà il proprio organico tra gennaio e marzo 2013 (erano il 3% nel trimestre precedente), mentre la quota di chi prospetta una riduzione è pari al 18% (era del 14% nei tre mesi precedenti).

IL SONDAGGIO – Il 75% delle aziende intervistate (l’81% nell’ultimo trimestre del 2012) non prevede invece sostanziali variazioni nella composizione del proprio staff. “Il calo della spinta consumistica legato alla riduzione del potere di acquisto porta le aziende alla cautela nell’ampliare i propri organici. Uno scenario di incertezza inserito in un contesto di produttività che in Italia risulta ferma da oltre dieci anni”, ha commentato Stefano Scabbio, presidente e a.d. di ManpowerGroup Italia e Iberia.

AAA CERCASI PROFESSIONISTI – Un altro report realizzato da Hays e Oxford Economics mette in luce d’altro canto una crescente difficoltà per le imprese nel trovare professionisti qualificati. Una contraddizione riconducibile, secondo l’indagine, alla scarsa flessibilità del mercato del lavoro, alla competizione per aggiudicarsi i professionisti più qualificati e a politiche formative deboli. Il problema si presenta soprattutto in Svezia, Svizzera e Stati Uniti, dove nonostante l’elevata disoccupazione non si riescono a individuare i professionisti necessari per soddisfare le “job opportunities” sul mercato.

LE POLITICHE D'IMMIGRAZIONE – Al contrario, in Belgio, Italia e Hong Kong si riscontra un alto numero di professionisti a caccia di occupazione, a fronte di poche posizioni aperte. Per combattere la discrepanza tra domanda e offerta, il report propone l’adozione di politiche d’immigrazione efficaci per attirare dall’estero i professionisti che non è possibile collocare sul mercato nazionale, oltre a maggiori incentivi nella formazione di figure specializzate nei settori in cui c’è più necessità.

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