L’attuario, una professione che non conosce crisi

BUON COMPLEANNO – Per evitare la disoccupazione sempre crescente anhce in Italia, soprattutto tra i giovani, un modo ci sarebbe: studiare per diventare attuario. La professione è infatti richiestissima in tutto il mondo. Specializzati in statistica, matematica e calcolo delle probabilità, valutano i rischi assicurativi e finanziari, quantificano fenomeni incerti e rischiosi, stimano l’andamento futuro di variabili demografiche, ambientali, economiche. A Roma, proprio oggi, si è tenuto un convegno per celebrare il 70esimo compleanno dell’Ordine degli Attuari, che ha riunito a Roma esponenti di spicco del mondo assicurativo e previdenziale.

LA PROFESSIONE – Giusto per dare qualche cifra: sono 80mila gli attuari nel mondo, 19mila solo in Europa e circa 900 in Italia. Sono tra i professionisti più ricercati al mondo: le posizioni occupate nelle aziende, la qualità del lavoro che svolgono e i livelli di retribuzione collocano regolarmente gli attuari ai vertici delle classifiche internazionali delle professioni più richieste e più ambite. E in Italia il tasso di disoccupazione della categoria è vicina allo zero. Ma cosa fa l’attuario? Il professionista costruisce e valuta prodotti finanziari e assicurativi, effettua analisi statistiche, gestisce a livello informatico i dati sui mercati finanziari, realizza e certifica i bilanci delle imprese di assicurazione, dei fondi pensione, delle casse di previdenza, dei fondi sanitari integrativi; effettua valutazioni patrimoniali ed economiche di aziende pubbliche e private, svolge consulenze tecniche per i Tribunali.

DIVENTARE ATTUARIO – La domanda di attuari continua spesso a superare l’offerta al punto che sempre più frequentemente i giovani che si indirizzano verso la professione ricevono proposte di lavoro prima ancora di aver terminato gli studi. Si diventa attuari iscritti all’Albo superando un esame di Stato, per il quale occorre essere laureati in Finanza o in Scienze Statistiche Attuariali e Finanziarie o in Scienze Statistiche. L’attività si può svolgere sia da libero professionista (in Italia sono circa 200), sia come dipendente presso compagnie di assicurazione e riassicurazione (circa 400), nel settore previdenziale (circa 150), nelle Università, nelle Authority di Vigilanza come Ivass e Covip, nel mondo finanziario.

 

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