Attenti ai jeans che costano meno di 18 euro, possono essere dannosi

La rivista Refinery29 ha pubblicato un articolo della giornalista Alden Wicker, che cerca di capire quanto costerebbe un paio di jeans realizzato senza sfruttare o mettere in pericolo chi li produce.
Wicker scrive che il tessuto per produrre un paio di jeans in Bangladesh costa 4 dollari, cioè poco più di 3,5 euro. Il salario minimo per i lavoratori del settore tessile in Bangladesh è 68 dollari (61 euro) al mese e secondo la ricostruzione di Wicker, produrre un paio di jeans in Bangladesh costerebbe 4,45 dollari (circa 4 euro). A questo costo andrebbero aggiunti quelli delle zip, dei lavaggi, delle rifiniture, delle misure di sicurezza nelle fabbriche, e poi i costi di spedizione, di magazzino, le tasse e le spese per il marketing. Per questa ragione, secondo Wicker, il fatto che vengano venduti jeans a 5 dollari o poco più indica probabilmente che i lavoratori che li hanno prodotti siano stati sfruttati.
Amie Gaines, stilista di Level 99 Jeans, un’azienda americana che produce jeans, ha detto a Wicker che i jeans che costano meno di 20 dollari (cioè 18 euro) non sono stati realizzati in modo etico, a meno che il negozio non li venda in perdita.
Oltre allo sfruttamento dei lavoratori, ci sono altri modi scorretti con cui un’azienda può risparmiare sul costo dei jeans: riguardano soprattutto le tecniche di produzione. Per esempio, il 90% di quelli prodotti in Cina viene colorato di blu con una tintura sintetica ricavata da catrame e agenti tossici. Secondo una ricerca dell’Università del Vermont sui Levi’s, la tintura più economica per i jeans contiene lo zolfo ed è dannosa sia per i lavoratori che per l’ambiente.
Oltre alle tinture, anche i processi grazie ai quali alcuni modelli di jeans assumono un aspetto logoro e “vissuto” possono essere dannosi per la salute di chi se ne occupa: inalando le particelle di sabbia che servono per ottenere l’effetto da jeans invecchiati, i lavoratori possono ammalarsi di silicosi.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!